Cultura/ARTICOLO

L'"Alcesti" di Euripide alle Murate La tragedia rivive a Firenze

Fino al 26 ottobre il Semiottagono dell'ex-carcere della città diventa per la prima volta uno spazio teatrale

/ Marta Mancini
Lun 29 Settembre, 2014
Alcesti

Molto spesso, le storie e le leggende più antiche sono anche le più attuali. È il caso della tragedia greca di Alcesti, sapientemente narrata da Euripide nel 438 a.C.

Una delle prime eroine nella letteratura, sposa devota e giovane madre, Alcesti è anche il simbolo del sentimento puro, dell’amore vissuto fino all’ultimo respiro, delle fedeltà coniugale.

Per salvare il marito Admeto, rinuncia alla sua stesa vita e si offre in sacrificio al dio della morte. Ma la sua generosità e la sua grandezza d’animo le consentono infine di tornare tra le braccia del suo amato.

In un susseguirsi di vicende che vedono coinvolte figure come Apollo ed Ercole, il dramma fa vivere momenti di turbamento e commozione estrema, ma anche di sollievo e di speranza al momento del ritorno di Alcesti.

Di questa struggente tragedia, oggi ne offre una lettura Massimiliano Civica , dal 30 settembre al 26 ottobre all’ ex carcere di Firenze delle Murate e, più precisamente, nel Semiottagono, un luogo mai utilizzato prima come spazio scenico. Lo spettacolo – realizzato attraverso l’uso delle maschere e del canto greco - esalta la precarietà del teatro stesso, che vive sul momento, “qui e ora”, e muore ogni sera: un antidoto contro l’illusione del “dappertutto e sempre”, tipico dell’era digitale.

Un mese di repliche e nessuna tournée a seguire, 20 spettatori alla volta e un cast pluripremiato (Daria Deflorian, Monica Demuru, Monica Piseddu, Silvia Franco): questi sono i punti forza di Alcesti, progetto in debutto assoluto, con la produzione di Fondazione Pontedera Teatro e Atto Due, in collaborazione con il Comune di Firenze.


Per info, prenotazioni, iscrizioni al laboratorio: info@attodue.net o tel. 055 4206021