Adesso inizia la sfida, sarà un percorso lungo e ricco d’aspettative quello che porterà, almeno questa è la speranza, al riconoscimento UNESCO della via Francigena. Oggi, sabato 4 marzo, si è conclusa la due giorni di San Miniato dedicata a “La via Francigena e i cammini. L’impronta sostenibile della Toscana”, e si è conclusa con la firma del Protocollo d’Intesa, sottoscritto da ben sette regioni italiane, per ottenere l’inserimento del percorso nella lista dei patrimoni dell'Umanità (World Heritage List).
“Un traguardo importante che darebbe un ulteriore input al turismo slow della Toscana e di tutta l’Italia” ha affermato l'assessore regionale alla cultura e vicepresidentessa della Regione Toscana, Monica Barni. Ovviamente, il suo, è un pensiero condiviso che trova sostegno nei numeri: la Francigena è risultata una delle aree a maggior espansione turistica in termini di presenze (+22% nel periodo 2007-2015) con una crescita di posti letto sul tracciato più alta della media regionale.
La candidatura al riconoscimento Unesco. Questa mattina le sette Regioni toccate dall’antica via dei pellegrini (Toscana, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Valle D'Aosta), con la firma del protocollo, si sono impegnate a salvaguardare e promuovere – insieme – il percorso. La Toscana è capofila del progetto e sarà affiancata da un Comitato di Coordinamento e dall’Associazione europea delle Vie Francigene. "Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto fino ad oggi e del riconoscimento che anche le altre Regioni partner ci hanno attribuito scegliendo la Toscana come capofila - ha aggiunto Monica Barni - Adesso dobbiamo proseguire con determinazione e caparbietà verso il nostro obiettivo, per fare in modo che anche il sistema paesaggistico-culturale della Via Francigena venga riconosciuto Patrimonio dell'umanità dall'Unesco, così come è avvenuto nel 2013 per le Ville e giardini medicei”.
L’ultima giornata del convegno. Il secondo dei due giorni dedicati alla via dei pellegrini è stata l’occasione per riaffermare la volontà della Toscana di potenziare il turismo slow e le forme di viabilità sostenibili, così come itinerari turistici basati su antichi cammini e sentieri. La nostra regione, dopotutto, sotto questo punto di vista può dire la sua nel panorama nazionale e non solo. Basti pensare alle ciclovie toscane. La Ciclopista dell’Arno è in fase di completamento, e collegandosi al Sentiero della Bonifica lungo il canale della Chiana tra Arezzo e Chiusi, raggiungerà una lunghezza complessiva di 430 km, unendo 4 Provincie e 60 Comuni. Non solo. Tra i grandi itinerari ciclabili del Priim, il Piano Regionale Integrato Infrastrutture e Mobilità, è stata prevista anche una Ciclovia della Francigena. Un progetto ancora tutto da scoprire ma le cui tappe sono già state fissate. E sempre a proposito di mobilità su due ruote, durante il convegno, è stata ricordata la ciclopista Tirrenica: circa 300 km che potrebbero arrivare ad essere 500 con le varianti e i collegamenti con le altre piste esistenti nelle aree attraversate.
Grande spazio, tra i temi trattati, anche ai cammini e agli itinerari toscani interregionali: dalla Via sulle tappe del Santo d’Assisi in Toscana, alla Via Lauretana alla Via Romea Germanica e ovviamente, la Francigena toscana. “Sul cammino non sei mai solo” – ha commentato Giovanni Corrieri, che questa mattina è stato insignito di una targa di ringraziamento per l’impegno profuso che mette a disposizione di tutti i pellegrini in cerca di assistenza. “Solitamente quando cammini – ha detto - è il cervello che guida le gambe, quando fai “il cammino” è il cuore che ti muove”.
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