Costruiamo il futuro. Una frase che rappresenta un buon auspicio, una direzione da prendere. Eppure troppo in fretta la definizione di futuro è stata banalizzata dal suo abuso, soprattutto se declinata nel mondo imprenditoriale. Abusata e a volte perfino offesa. Accade tutte le volte in cui allo slogan non segue un'azione. Fortunatamente ci sono momenti in cui occorre ricredersi. Come quando a Pontedera, con l'autunno che si avvicina a dispetto del clima, ha iniziato a germogliare la nuova "Primavera d'impresa".
Sì, perché anche le date sono importanti. I nomi delle stagioni si prestano a battezzare nuovi progetti che hanno l'attitudine alla creatività e all'innovazione. E creare eventi in un giorno qualunque significherebbe depotenziare quel segnale. Per Crisis non è così. La Cooperativa di servizi non si è limitata a lanciare il nuovo premio "Primavera d'impresa" (che, rivolgendosi alle aziende toscane, dopo l'anno zero è ufficialmente alla sua prima edizione), ma a ridosso dell'equinozio ha annunciato la data delle premiazioni (21 marzo 2019 a Prato) e organizzato un percorso di partecipazione diffusa per costruire davvero una nuova idea di futuro.
L'ha fatto coinvolgendo i giovani. Non un appuntamento spot, ma un percorso destinato a durare nel tempo. Quello stesso tempo segnato dalle stagioni, dalle crisi, dal vuoto di competenze che solo un contatto esperienziale col mondo reale può in qualche modo colmare. Queste giovani menti, così vergini e ben predisposte, hanno raccolto e tradotto parole, stimoli, indicazioni. Energie che hanno trasferito in una concreta attività, visibile e destinata a diventare pubblica. Il gruppo di comunicazione ha fatto interviste, scattato foto, scritto articoli. Quello d'arte (o creativo-pratico) si è ispirato a Bruno Munari e come effetto concreto ha portato alla creazione di opere destinate a essere messe all'asta. L'obiettivo è di raccogliere fondi per gli istituti scolastici degli alunni-artisti.
In questo percorso i ragazzi sono stati accompagnati dall'associazione Uovo alla Pop e da Crisis, nel cui acronimo ci sono già tutte le parole utili a meglio comprendere l'obiettivo del premio: cooperazione, ricerca, innovazione, soluzione, integrazione, servizi. E poi ci sono le relazioni, così indispensabili per sopravvivere a una crisi «più estesa del dovuto» e che, anche per ammissione del vicepresidente di Legacoop nazionale (con delega all'innovazione) Angelo Migliarini, «ancora morde». Dice che le cooperative «si sono mangiate i patrimoni» ma fortunatamente «sono molto resilienti». «In periodi di difficoltà, l’unione fa la forza. Abbiamo sempre creduto nell’idea di rete...» confessa Cristina Nati, presidente di Crisis. «Ci sono cooperative in grave crisi, ma si rimettono in gioco promuovendo nuovi piani. Primavera d'impresa? Non è un marchio di Crisis, ma una proprietà comune».
E così si riparte, insieme, scandendo il tempo per costruire il futuro. Lo si fa con i giovani studenti del Fermi e del Marconi di Pontedera, parlando di comunicazione e arte con Libera Capezzone (in arte Libertà) che tira in ballo il dadaismo e la "fontana" di Duchamp e che poi, con loro, realizza collage. E la "Primavera d'impresa" è cominciata.