Attualità/ARTICOLO

"La nostra Europa", sull'orlo dell'abisso

A Terra Futura l'incontro sul futuro del Vecchio Continente con il sociologo e filosofo 92enne Edgar Morin

/ Samuele Bartolini
Mar 10 Dicembre, 2013
edgar morin
La nostra Europa. Si chiama così il libro scritto a quattro mani dal sociologo francesce Edgar Morin e l'italiano Mauro Ceruti. Il volume è stato presentato ieri a Terra Futura in una sala affollata di gente in cerca di lumi sul futuro del Vecchio Continente. Fra i relatori: Severino Saccardi, direttore della rivista “Testimonianze”.

All'Europa è stato dato l'appellativo di “nostra” perché è riferito a “qualcosa che ci deve state a cuore – ha detto Saccardi - e che già nel suo nome ritrova le origini nel Mediterraneo, il mito greco di Europa, pur nascendo per la prima volta con Carlo Magno”. Citando lo storico Jacques Le Goff, l'unità dell'Europa sta nella sua diversità.

“Ed è questa ambivalenza storica – ha continuato Ceruti - che può essere ancor a il motore di progresso dell'Unione che non può avere solo il volto stravolto dell'euro ma costruirne uno politico” che tarda ad arrivare. Il coautore del volume non ha esitato a lanciare l'allarme su ciò che può accadere in futuro: “L'Europa che si trova sull'orlo dell'abisso, sta per scomparire perché sempre più provincia di un mondo globalizzato fatto da giganti come la Cina e l'India. Ma cos'ha l'Europa di così specifico – ha domandato Ceruti – se non l'essere stata l'unica nella storia ad aver portato avanti l'idea dell'identità come diversità?”.

Ecco, allora, l'esigenza di ripartire – ha chiuso Morin - “da un'idea di Europa come superamento degli Stati nazionali a guida di una rivoluzione metanazionale”.