La storia di Firenze racconta anche di eroi senza medaglie, di uomini e donne di tutto il mondo che si sporcarono le mani con il sorriso sulle labbra, per salvare dalla furia dell’Arno la città, scrigno di opere d’arte patrimonio dell’umanità. Sono quegli Angeli del Fango che il prossimo 4 novembre parteciperanno al raduno, a cinquant’anni dall’alluvione, che si terrà in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento.
A tenere viva la memoria su questi volontari che si dedicarono con impegno e sorprendente generosità a Firenze, ci pensa oggi un libro del giornalista e capo della struttura del Governo contro il dissesto idrogeologico “Italia Sicura”, Erasmo D’Angelis. Il volume “La meglio gioventù”, edito da Giunti ci porta indietro a quei giorni tragici, raccontandoci del dolore di una città dilaniata dal suo fiume e – al tempo stesso – regala la bellezza di una straordinaria storia di umanità. Come un raggio di sole che spacca il cielo in due dopo un temporale, il sorriso degli Angeli del Fango ha aperto, dopo l’alluvione di Firenze, una nuova epoca.
“Quella degli Angeli del Fango fu una mobilitazione spontanea di tantissimi giovani che poi alla fine ha fatto un po’ da spartiacque tra un’Italia e l’altra - spiega D’Angelis. Nel ’66 – ricorda l’autore - c’era un paese dove non esisteva la protezione civile, un ente, un’istituzione in grado di saper valutare un evento meteorologico impressionante come quello di cinquant’anni fa. Firenze e le altre città rimasero isolate dal mondo e dall’Italia per oltre tre giorni e tre notti . Gli Angeli del Fango con la loro onda giovanile spontanea hanno invece creato le condizioni per costruire le grandi associazioni di volontariato, la protezione civile, le prime leggi per la difesa del suolo, per costruire davvero un’altra Italia. Questo libro – prosegue Erasmo D’Angelis - vuole conservare la memoria della prima alluvione mediatica che commosse e mobilitò gran parte del mondo”.
Non solo ricordo però. Il numero uno di Italia Sicura tiene infatti a precisare che sono state avviate anche opere concrete per mettere in sicurezza le città al rischio alluvione. Il prossimo 5 novembre sarà presentato - nel corso di una conferenza stampa il piano di protezione del Governo nazionale per Firenze e per la Toscana. “Due anni fa sono partire le opere – sottolinea D’Angelis – si tratta dei primi lavori di un piano che prevede la realizzazione nella zona di Figline di quattro casse di espansione, il rialzo delle spallette della diga di Levane per nove metri e un altro piano di intervento nella Val di Sieve: un sistema che ci consentirà di trattenere a monte della città qualcosa come 60 milioni di metri cubi di acqua che altrimenti invaderebbero, in caso di alluvione , Firenze e non solo”.
Il responsabile di Italia Sicura ha precisato infine che i lavori per la messa a regime del sistema di protezione dell’Arno saranno conclusi nel biennio 2020/2021 ma la prima cassa di espansione sarà invece ultimata a inizi di novembre. "Sono opere strutturali partite con ritardo – chiosa D’Angelis - ma finalmente c'è un piano nazionale e ci sono risorse che garantiscono questa grande operazione di prevenzione strutturale”.