Cultura/ARTICOLO

La Fondazione Ragghianti si arricchisce

Un dipinto di Aldo Borgonzoni e 42 opere di Umberto Prencipe

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Umberto Prencipe, Raccolto d’autunno
Da “centro studi” sull’arte a vera e propria “galleria” d’arte moderna: sembra quasi essere questo il destino della Fondazione Ragghianti che, proprio nelle ultime settimane, ha visto la sua già cospicua collezione di opere d'arte arricchirsi di numerosi, importanti nuovi “pezzi”. Si tratta di un dipinto di Aldo Borgonzoni, uno dei maggiori esponenti della pittura realista in Europa, del quale Ragghianti fu grande estimatore, un olio su tavola del 1969 “Figura allo specchio” donato dal figlio dell’artista, Gianni, e di un corpus prestigioso di 42 opere che offrono un’ampia panoramica dell’attività artistica di Umberto Prencipe, donate dalla figlia Giovanna, da lunghi anni attenta e preziosa custode della memoria del padre.
Salgono così ad oltre 600 le opere d’arte donate alla Fondazione Ragghianti dai tanti artisti che, nel corso degli anni, hanno voluto manifestare la loro stima e amicizia dapprima verso lo stesso Carlo Ludovico Ragghianti, poi nei confronti di Pier Carlo Santini, primo direttore dell’istituzione, e dei direttori che si sono a lui succeduti alla guida del centro studi, fino all’attuale, Maria Teresa Filieri: un riconoscimento per il ruolo sempre più importante svolto nell’ambito della promozione culturale ed artistica dalla Fondazione intitolata allo studioso e critico d’arte lucchese, di cui in questo 2010 si celebra il centenario della nascita.
Si tratta di sculture – in parte da tempo esposte al pubblico nel chiostro del complesso di San Micheletto - dipinti, incisioni, disegni e fotografie di molti dei protagonisti dell’arte del Novecento: da Pietro Cascella a Gio’ Pomodoro, da Pino Castagna a Carlo Carrà, da Ardengo Soffici a Robert Carrol, fino a Giuliano Vangi, Henry Moore, Primo Conti, Georg Klusemann e Mino Maccari. Una galleria di opere che oggi, grazie anche alle nuove, recenti acquisizioni, è in grado di offrire una visione complessiva delle vicende che hanno segnato lo sviluppo dell’arte contemporanea in Italia.
Artefici della donazione Prencipe all’istituzione lucchese sono stati il presidente della Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno e membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Ragghianti, Alberto Varetti, e il collezionista pisano ed amico della famiglia Prencipe, Piero Studiati, che hanno così anche contribuito a fornire nuovi, importanti argomenti agli studi e alle ricerche sulla cultura figurativa a Lucca e nel territorio lucchese tra Otto e Novecento che la Fondazione Ragghianti sta conducendo in questi anni.
Le opere donate riguardano infatti prevalentemente il periodo toscano e lucchese di Prencipe - artista poliedrico che seppe aggiornare il proprio linguaggio artistico in chiave simbolista, evidenziando al contempo una particolare e suggestiva impronta crepuscolare - che nel 1914 si trasferisce a Lucca, dove ricopre per un anno la cattedra di Incisione all'Accademia di Belle Arti, e fino al 1921 alterna la permanenza a Lucca con soggiorni nella campagna, a Massa Pisana, a Viareggio, Bozzano, Forte dei Marmi. Si tratta per buona parte di oli su tavola e cartone, incisioni e disegni che hanno come soggetti scorci panoramici di Viareggio, Pisa, Lucca, Barga, Forte dei Marmi e della campagna toscana, ma la famiglia ha voluto aggiungere a questo nucleo anche un ulteriore gruppo di opere “non toscane” che forniscono una panoramica completa di tutto l’arco dell’attività del pittore.
In attesa di poter dare spazio alla figura e l’opera di Umberto Prencipe, in una mostra che la Fondazione Ragghianti dedicherà prossimamente alla situazione artistica e culturale lucchese, in rapporto con quanto parallelamente avveniva in Toscana nei primi anni del Novecento, le opere di Prencipe saranno esposte a rotazione nella sala di lettura della biblioteca della Fondazione Ragghianti, frequentata da studenti, ricercatori e studiosi. La cura scientifica del settore riguardante Prencipe sarà affidata a Sabrina Spinazzè e Teresa Sacchi, curatrici della mostra “Umberto Prencipe 1879-1962 Realtà e visione”, ospitata lo scorso anno al Museo Palazzo Braschi a Roma.


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