La Finocchiona IGP dell'Antica Macelleria Falorni di Greve in Chianti è stata riconosciuta da La Guida de “I Salumi d’Italia” e da “Le Guide de l’Espresso 2019” come una delle eccellenze italiane, con il massimo punteggio. Si tratta di un riconoscimento molto importante per l'azienda, che da oltre 200 produce nel cuore del Chianti salumi di alta qualità, tramandando di padre in figlio i segreti di antiche ricette e il sapere artigiano delle lavorazioni.
All’interno della vasta gamma di salumi che la macelleria produce la Finocchiona IGP è uno dei più rappresentativi, poiché porta con sé la tradizione e gli inconfondibili profumi delle campagne toscane. Viene preparata secondo l’antica ricetta con carni grasse e magre di suini allevati in Italia, aromatizzata con semi di nocchio selvatico da cui prende il nome, stagionata naturalmente e insaccata in budello naturale. Dalla consistenza morbida e vellutata, rivela un gusto intenso ma molto equilibrato.
La Finocchiona IGP ha una storia con radici lontane, ha raccontato Stefano Falorni: “La Finocchiona fa parte della storia della nostra famiglia da molte generazioni. Quando ancora eravamo bambini e nostro padre Raffaello produceva in bottega questo salume, andava a raccogliere il nocchio selvatico, che poi avrebbe utilizzato per l’impasto, nelle campagne intorno a Greve in Chianti. Spesso si fermava vicino al Castello di Verrazzano. Fu proprio lì che un giorno venne scoperto dal Cavalier Luigi Cappellini, ancora oggi proprietario del Castello. Tra i due nacque un animato battibecco circa il fatto che Raffaello aveva violato una proprietà privata. Erano tempi, allora, in cui le discussioni si risolvevano facilmente: un bicchiere di vino, un chiarimento e le dovute scuse misero d’accordo il Cavaliere e Raffaello. Anzi, fu proprio quell’incidente a diventare l’inizio di un duraturo rapporto di amicizia e di collaborazione professionale. Da quella 'violazione di proprietà privata' nacquero progetti ed iniziative che hanno portato all’attenzione del mondo il nome, il volto e la fama di Greve in Chianti.”
Per informazioni:
https://falorni.it/
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