Salute/ARTICOLO

Just: a Pisa esperti a lavoro contro la morte cardiaca giovanile

Al progetto di ricerca che unisce cardiologi, genetisti e medici legali collaborano Scuola Sant'Anna, Università di Pisa, Fondazione Monasterio, Aoup e Usl Nordovest

/ Redazione
Mer 27 Giugno, 2018

Conoscere meglio il fenomeno della morte cardiaca improvvisa giovanile per poterla prevenire: è questo l'obiettivo del progetto JUST (“JUvenile Sudden cardiac deaTh: JUST know and treat”) finanziato da Fondazione Pisa, con il coordinamento dei professori Michele Emdin e Claudio Passino, cardiologi dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna e dal professor Marco Di Paolo dell'Università di Pisa.

Il progetto JUST coinvolge Sant'Anna, Università di Pisa, Fondazione Monasterio, Aoup e Usl Nordovest e riunisce cardiologi, genetisti, medici legali, anatomo-patologi proponendosi di espandere la conoscenza della morte improvvisa giovanile, di definire strategie di prevenzione e di elevare gli standard di diagnosi, prevenzione e terapia. La Fondazione Pisana per le Scienze partecipa in maniera attiva al progetto grazie alla dotazione di strumenti moderni e sofisticati per la caratterizzazione genomica e proteomica dei campioni biologici e grazie all'expertise dei suoi ricercatori.

Del resto, quando si verifica un decesso improvviso in ambito sportivo professionistico o comunque in soggetti giovani apparentemente sani si riaccendono inevitabilmente i riflettori sul tema. Le morti premature di Alberto Contini, Antonio Palagini, Pietro Bellè ad Asciano, nell'aprile scorso, come di Davide Astori e di altri giovani atleti ha suscitato cordoglio universale e sconcerto nell'opinione pubblica.

La morte cardiaca improvvisa giovanile è un evento raro, in genere legato ad una aritmia fatale, quando non è legata ad una malformazione cerebrovascolare.
Il progetto JUST prevede come obiettivi principali: la creazione di un registro retrospettivo e prospettico dei casi di morte improvvisa del nostro territorio, la standardizzazione delle procedure autoptiche, la messa a punto di una strategia di intervento ai fini di prevenzione primaria mediante sensibilizzazione dei medici e della popolazione generale al problema, screening mirati (medicina sportiva, psichiatria, ambiente scolastico con iniziative pilota), la programmazione della diffusione delle tecniche di “basic life support (rianimazione cardiopolmonare), la messa a punto di campagne di educazione che passano attraverso i social network; la definizione di flow-chart per i soggetti a rischio (familiari di pazienti andati incontro a morte improvvisa o di soggetti con condizioni predisponenti).