Musica/ARTICOLO

Jovanotti: un viaggio, una bici, la gopro e oggi un documentario

La voglia di "esplorare" il mondo dell'artista toscano continua, come rivela il doc uscito sulla sua tv online: Lorenzo Cherubini ha viaggiato per 3000 km in solitaria in Nuova Zelanda per 20 giorni. Il vento, la fatica e un pensiero su Trump: "Ho paura di chi ostenta di sapere"    

/ Simona Bellocci
Lun 10 Aprile, 2017
Jovanotti vado a farmi un giro

Andare oltre i propri limiti, guardare oltre. Jovanotti ci ha provato in un viaggio che l'ha portato per 20 giorni a pedalare per 3000 km in Nuova Zelanda, con 25 kg di bagaglio e un'inseparabile "Gopro", con la quale ha filmato i pensieri, le prestazioni sportive, i paesaggi che mutavano mentre spingeva sui pedali.  

Oggi quel viaggio è diventato un documentario: si chiama "Vado a farmi un giro", a cura di Michele Lugaresi, con musiche e voce dello stesso Jovanotti, visibile da una manciata di giorni sulla web tv dell'artista in versione integrale. 

Jovanotti, che non è nuovo alla curiosità ed alla voglia di indagare gli altri e sopratutto se stesso, ecco che è tornato a correre tra asfalto e terra per "disintossicarsi" dalla quotidianità e vivere un'esperienza totalmente in solitaria. Lo racconta lui stesso nei momenti in cui si è fermato, in piccole stanze di motel di fortuna o nei momenti di riposo in una minuscola tenda che tiene stretto un uomo e i suoi pensieri.

"Mi piacerebbe quest'anno fare un disco e farlo uscire a gennaio - ha rivelato Jovanotti nel video - e per farlo devo lasciare alle spalle questi ultimi dieci anni, in particolare il lavoro, fatto di grande successo, di soddisfazioni ma che hanno un po' viziato l'aspettativa, la percezione. Si rischia di ripetere la formula, la musica non è come la chimica che le formule rimangono immutabili,  invece nella musica cambia sempre. Siccome mi piacerebbe che si accendesse un nuovo fuoco, un nuovo incendio le provo tutte, anche quella di allontanarmi dalla mia consuetudine, dalle mie compagnie, dalle persone che amo. Di andare in una zona di silenzio interiore, dentro una zona di introspezione che la natura riesce a darmi. E' bello essere qua". 

Estraniarsi da tutto, anche dalla cosa che ama di più, la musica. Ne parla con se stesso, Jovanotti, nei momenti in cui i pensieri si accavallano, si confondono e poi diventano chiarezza di idee. E' un po' come depurarsi dalle scorie della vita, per rinascere, per provare a costruire qualcosa di nuovo, generare altre storie accompagnate da una chitarra. 

"Non voglio pensare a niente - si dice l'artista mentre l'asfalto corre sotto i suoi piedi - portandolo tra mare e ruscelli, pietra e verde incontaminato. Non voglio pensare alle canzoni, non voglio ascoltare musica, non voglio scrivere niente, nemmeno un appunto". 

E' solo la "gopro" a fermare i momenti, gli stati d'animo, il rumore del vento cattivo che spezza il fiato prima di trovare conforto e il giusto riposo la sera. Davanti alla tv, Jovanotti, commenta anche un servizio sul presidente degli Stati Uniti. "Stavo vedendo Trump - racconta Jovanotti nel doc - che dispiacere. Ho paura di chi ostenta di sapere, di chi sventola soluzioni. Fa più paura di chi dice non lo so. Il non lo so ti porta perlomeno ad ascoltare e non avere pregiudizi".

Va a ruota libera Lorenzo Cherubini, con la barba lunga, 50 anni sulle spalle e il suo primo viaggio così lontano, da solo. "Ho scelto la Nuova Zelanda perchè è agli antipodi - rivela- è il posto più lontano del mondo". E lo realizza anche quando è disteso su una spiaggia di sassi bianchi della West Coast, il mare di fronte, la fatica che non lascia respiro. 

"E' proprio in un momento come questo, che sono così lontano che sento la prossimità - dice Jovanotti - sento le cose che mi mancano, quello che vorrei avere a portata di mano, i sensi che sono proprio vivi, accesi. Questa è la ricompensa di un viaggio fatto in bicicletta, alla ricerca di un piacere non fine a se stesso, ma profondo".

Un viaggio che gli avrà regalato anche ispirazione, nuove idee, una rinnovata visione del tempo, dello spazio, delle comunità che adesso ritroviamo in questo documentario e il prossimo anno, chissà, in qualche nuova canzone. Mentre Jovanotti è in continuo cammino, sempre all'ostentata e insaziabile ricerca del suo "ombelico del mondo".