Musica/ARTICOLO

Jep Gambardella Acoustic Duo in concerto nello spazio Dieci/Ottavi

Lunedì 3 agosto a Prato il live del duo toscano che si ispira alla Grande Bellezza di Sorrentino

/ Costanza Baldini
Gio 23 Luglio, 2015

Sono in due: alla voce Daniele Drovandi e alla chitarra Alessandro Antonelli. Due musicisti dal passato grunge che si sono riscoperti perdutamente innamorati della canzone italiana d'autore. Dagli Iron Maiden a Enrico Ruggeri il passo è breve e nasce così il Jep Gambardella Acoustic Duo un progetto musicale senza troppe pretese se non quella di suonare e far riscoprire i gioielli forse dimenticati della grande musica del nostro paese. I Jep Gambardella saranno in concerto a Prato nello spazio Dieci/Ottavi lunedì 3 agosto.
Ecco la nostra intervista a Daniele Drovandi!

Ciao ragazzi! Come sono nati i Jep Gambardella?
I Jep Gambardella Acoustic Duo nascono nell’estate del 2014 mentre il sole dopo pranzo tentenna e le chitarre suonate sul divano dopo il caffè diventano qualcosa più di un’attesa digestione. Nasce, sorridendo, l’idea di prenderci quasi sul serio. Quasi. Un po’ per gioco, un po’ per necessità, due amici lasciano le distorsioni e i rumori elettrici di una vita per una dimensione più lieve, semplice e unplugged, un intimistico atavico profumo al quale andava solo svitato il tappo. Cover multi-genere e brani inediti s’intrecciano come fibre di vimini e il cestino agrodolce dei JGA2 contiene bittersweet music, canzoni da lacrima e da risata, perché la vita, come il suono, sale e scende costantemente. Aneddoti letterari, racconti brevi o tracce di narrativa accorrono ogni tanto a supporto della musica quando i toni si fanno più sommessi, provando a dare al contesto un senso più teatrale e trasformando per qualche istante la sei corde nella valigia di un attore fittizio. Non siamo belli. Non siamo bravi. Siamo un solo un frammento di Grande Bellezza.

Come mai avete deciso di chiamarvi con il nome di questo celebre personaggio sorrentiniano, cosa vi affascina di lui?
Siamo rimasti folgorati, entrambi, dal primo film di Paolo Sorrentino “L’uomo in più” la storia intrecciata e romanzata della caduta di due grandi personaggi come Franco Califano e Agostino Di Bartolomei. Uno dei personaggi è interpretato proprio da Toni Servillo. Da allora abbiamo visto e seguito Sorrentino ammirandolo in tutti i suoi lavori, persino nei cammei come quello nella serie televisiva “Boris”. Inutile dire che oltre al regista siamo rimasti incantati appunto da Toni Servillo, del quale abbiamo visto tutti i film e persino prove teatrali di altissimo livello. In particolare il personaggio di Jep Gambardella ci ha tolto il fiato: ci è sembrato poeticamente diretto ed efficace in ogni suo gesto, in ogni sua parola. Un uomo che ama i vizi dell’esistenza, ma che sa anche valutarli criticarli e osteggiarli. Un potenziale padre con il quale fare i conti parlando di poeti maledetti e rock n’ roll. Ci è sembrato doveroso creare un tributo a un personaggio che demolendo diverse visioni della vita ne crea una tutta sua, audace e sincera, cattiva e amorosa insieme. Insomma ci piacciono i duri che riescono a non perdere la tenerezza. Quei tipi che profumano di rock: possono essere una ballad oppure una cavalcata agli Iron Maiden. Non danno punti di riferimento, perché sono loro stessi dei veri e propri punti fermi. Ah, abbiamo deciso di chiamarci Jep Gambardella Acoustic Duo prima che il film “La grande bellezza” vincesse l’Oscar. Questo te lo dobbiamo dire per fare i fighi e considerarci dei veri e propri cinefili DOC. Ahahahahah

Quali sono i pezzi che preferiti suonare?
I pezzi che preferiamo suonare sono ovviamente quelli scritti da noi. Ce ne sono due anche nel nostro EP. E poi abbiamo una predilezione per il rock cantato in italiano. Riteniamo la nostra lingua un vero e proprio valore aggiunto per la musica. Per cui i pezzi degli Estra, dei Litfiba, dei Timoria o di Enrico Ruggeri diventano, per noi, dei veri e propri gioielli da poter interpretare. Ma anche le canzoni del Seattle Sound ci fanno venire i brividi. Interpretare tutto in acustico poi ha un sapore particolare, perché non importa avere una chitarra distorta per essere incisivi. Marino Severini dei Gang una volta ci disse: “Una fisarmonica può essere più rock della chitarra dei Nirvana”. Ecco, abbiamo detto tutto. L’importante è l’attitudine…e l’onestà!