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Invecchiamento precoce: per l’Ateneo di Pisa una spia è l’olfatto

La scoperta - pubblicata su Oncotarget – si rivela molto importante per le patologie neurologiche

/ Redazione
Ven 1 Aprile, 2016
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Uno studio targato made in Italy – e, in parte, Università di Pisa – ha dimostrato come l’invecchiamento sia scandito dall’olfatto. I meccanismi di invecchiamento naturale del sistema olfattivo sono stati infatti valutati nella popolazione generale e con sorpresa è stato rilevato che l’olfatto non diminuisce linearmente con l’età e quindi con l’invecchiamento anagrafico. Si tratta di una scoperta nuova e sensazionale per le patologie neurologiche.

Sono stati identificati tre fenotipi differenti: giovanile, maturo e anziano, che sono età-dipendenti ma non distribuiti linearmente nella popolazione, ed è emerso che il fenotipo “anziano” può essere presente anche in una persona giovane (fungendo quindi da spia di una patologia degenerativa incipiente). Finora il meccanismo di invecchiamento naturale dell’olfatto e il suo declino in assenza di una malattia conclamata rimaneva poco chiaro; così è stato studiato questo meccanismo tramite la misurazione di uno dei parametri chiave della funzione olfattiva in una popolazione sana, dall’infanzia alla vecchiaia. Per il loro studio i ricercatori hanno impiegato anche un naso elettronico. Il gruppo già in precedenza aveva pubblicato ricerche circa l’importanza dell’olfatto nella diagnosi della malattia di Alzheimer.

Lo studio può essere considerato una pietra miliare nella valutazione della funzione olfattiva nelle diverse patologie età-correlate, ed è già disponibile in rete pubblicato sulla prestigiosa rivista Oncotarget. Primo autore è il dottor Andrea Mazzatenta, dell’Università di Chieti, insieme al professor Camillo Di Giulio. Lo studio è stato realizzato insieme a colleghi della Scuola Normale Superiore di Pisa, dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr-Pisa, della Sezione dipartimentale di Neurologia dell'Aoup e dell’Università dell’Aquila.