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Intervista a Lalique Chouette: Miss Drag Queen Italia 2017

Valerio Chellini viene da Piombino, scopriamo chi si nasconde dietro l'affascinante personaggio da lui creato

/ Costanza Baldini
Mer 4 Ottobre, 2017
Lalique Chouette

Non sono attori, non sono cantanti, né ballerini ma spesso riuniscono tutte queste abilità: sono le drag queen, regine della notte che si esibiscono sui palchi di tutto il mondo. Valerio Chellini nato a Piombino nel 1979 in arte 'Lalique Chouette' è il vincitore di Miss Drag Queen Italia 2017, ed è anche il protagonista del documentario "Temporary Queens" di Matteo Tortora presentato al Florence Queer Festival. Siamo andati a intervistarlo per scoprire come si diventa e che lavoro fa una drag queen.

Ciao Valerio quando hai capito che ti sarebbe piaciuto fare la drag queen?
È stato un percorso molto lungo. Il mio approccio allo spettacolo è avvenuto attraverso il teatro, una tipologia di teatro che non aveva niente a che fare col cabaret o con le drag queen, un teatro contemporaneo molto impegnato. Contemporaneamente, non so spiegarmi bene il motivo, sono sempre stato affascinato dal mondo della notte, nonostante io non sia un grande patito per la discoteca, anche se forse è il luogo che la rappresenta di più. Mi sono sempre sentito un animale notturno, quindi ho cominciato a lavorare in una discoteca gay, facevo il barista, e mi fu proposto di inventarmi un personaggio. All'inizio rifiutavo il ruolo femminile, forse avevo un problema con me stesso. Ho cominciato a fare il performer ma evitando tacchi e gonne, in una forma più androgina. Non ero ancora pronto, non la vivevo molto bene questa cosa. Poi nel corso del tempo mi sono sempre più femminilizzato. A un certo punto i vestiti non mi contenevano più, avevo voglia di esagerare, di essere più spettacolare. Ho lavorato per alcuni anni in coppia con un ragazzo, funzionava l'idea di portare in scena marito e moglie, tutti e due con i tacchi, sembravamo usciti da un film di Tim Burton. Fino a un anno fa non mi definivo neanche una drag queen, poi questo inverno un po' per carenza di lavoro, un po' per non fare sempre le stesse cose ho deciso di cambiare un po' il personaggio, fare qualche concorso e ho vinto Drag Queen Italia.

Adesso è diventato un lavoro?
Lo è sempre stato, nel 2010 mi sono licenziato dal mio precedente lavoro, avevo un contratto a tempo indeterminato, per andare a tentare la sorte ad Ibiza, dove ho lavorato per tre stagioni. Questo adesso è il mio lavoro principale, non solo la drag queen chiaramente ma anche organizzare serate in locali un po' in tutta la Toscana e anche al di fuori.

Parlami un po' del tuo personaggio, chi è Lalique Chouette?
Ormai è una signora, anzi una regina. Io l'ho sempre immaginata come una vecchia aristocratica decaduta. La prima ispirazione per Lalique è stata Gloria Swanson nel film "Il viale del tramonto" e un po' la canzone di Carmen Consoli 'Contessa miseria'. È una vecchia di un altro tempo che si trova suo malgrado a vivere una contemporaneità in cui non si riconosce più, con cui si trova un po' in disaccordo, è un sentimento che riguarda un po' anche me. Io parlo attraverso il mio personaggio, è una maschera che mi consente di espormi e di dire e fare quello che nella realtà non mi è concesso. Lalique non dice mai cose che anch'io non penso, è la mia maschera e allo stesso tempo quello che mi libera dalla mia quotidianità, dalla mia timidezza.

Come vivi il contrasto tra la vita di tutti giorni in cui sei un ragazzo come tutti gli altri e la notte, quando ti travesti da Lalique?
Il mio è un lavoro molto immersivo, Lalique è con me anche durante il giorno. È un lavoro che mi impegna come qualsiasi altro tipo di lavoro, a volte anche di più. A livello psicologico non l'ho mai vissuto come un problema sinceramente, anzi adesso che sono molto tranquillo trovo che sia un modo molto divertente per esprimere il femminile che è in me. Ho trovato il mio sfogo di donna in questo personaggio.

Questa tua esplosione come Lalique ha coinciso anche con una consapevolezza sessuale o quella c'era già prima?
No quella c'era già, anzi era proprio quello che mi impediva di esprimermi, perché il 'femminile' tra i gay è molto discriminato. Però non c'entra niente con la mia sessualità, è anche vero che drag queen eterosessuali non ne conosco, è qualcosa che appartiene alla cultura gay. Io non accettavo la mia parte femminile, come tutti i gay fondamentalmente. Attraverso Lalique ho trovato la pace totale del mio essere.

E quando l'hai trovata hai vinto, sei diventato Miss Drag Queen 2017
Esatto, nel momento in cui mi sono lasciato andare e ho detto: 'sì facciamolo, che cosa ci sarà di male!' è andata bene. Ho unito tutte le cose che avevo imparato, tutte le cose che mi piacciono e sono stato felice. Prima non volevo fare la drag mi sembrava una cosa già vista, molto anni '80, poi l'ho fatto e ho vinto con qualcosa che mi rispecchia in tutto. Sono contento perché sono stato approvato per quello che sono senza scendere a compromessi. Vengo spesso classificato come un prodotto 'di nicchia', e questa cosa l'ho sempre un po' sofferta.

Stai comunicando un messaggio bellissimo, che quando uno è se stesso vince
Io ho fatto quello che volevo e alla fine è stato capito dal pubblico. Mi dicevano che ero troppo strampalato, surreale e invece è piaciuto.

Ti è mai capitato di subire i pregiudizi della gente?
Dipende dall'importanza che gli dai. In questo momento ti direi di no perché non me ne accorgo nemmeno. Credo che sia il miglior modo per sconfiggerli, stare tranquilli, essere naturali, spontanei e felici. Purtroppo non è sempre così, io sono stato fortunato.

Venerdì 6 ottobre al Laboratorionove a Sesto Fiorentino (via Matteotti, 88) sarai in scena con "Walter_Wendy. Carlos: appunti sonori per trasformare", con la regia di Francesca Talozzi, di cosa si tratta?
È uno spettacolo che si ispira alla vita di Wendy Carlos, il testo è tratto da un'intervista del '69 di Playboy. Wendy è molto famosa in America perché è stata una pioniera della musica elettronica. È stata la prima persona a utilizzare il sintetizzatore moog ed è stata l'autrice delle colonne sonore di Arancia Meccanica e Shining. Non tutti lo sanno ma Moog costruì il suo sintetizzatore prettamente per la musica classica, Walter all'epoca era un esperto sia di fisica che di musica e usò il sintetizzatore per tradurre la musica classica in musica elettronica. Poi ha cambiato sesso, una trasformazione che ha nascosto per dieci anni, a volte Wendy in pubblico si presentava camuffata da Walter. Lo spettacolo sarà replicato anche a Livorno a novembre e poi lo porteremo in giro per l'Italia.