Cultura/ARTICOLO

Intervista a Daniele Caluri uno dei due inventori di ‘Don Zauker’

Intervista al fumettista livornese che ha creato il personaggio del prete-esorcista insieme a Emiliano Pagani

/ Costanza Baldini
Ven 29 Settembre, 2017
Daniele Caluri

Nel novembre 2003 sulle pagine del mensile livornese di satira Il Vernacoliere, dai testi di Emiliano Pagani e i disegni di Daniele Caluri nasce uno dei personaggi più dissacranti della storia del fumetto italiano: Don Zauker, prete esorcista fuori dagli schemi, vagamente ispirato ai tratti di Clint Eastwood. Ecco la nostra intervista a auno dei suoi creatori: Daniele Caluri.

Ciao Daniele! Ti ricordi quando hai preso in mano la matita, quando hai iniziato a fare i primi disegni?
Da che ho memoria, da sempre. All’asilo quando le maestre ci chiedevano se si voleva sentire la ‘novellina’ o disegnare io sceglievo sempre disegnare, quindi è una cosa che faccio da sempre.

Da questi ‘disegnini’ sei passato quasi subito al Vernacoliere giusto?
La  prima volta che ho pubblicato per il Vernacoliere avevo 14 anni, ero in prima liceo, ho iniziato così con barzellette illustrate anche in maniera orripilante. Poi le vignette sono diventate pagine, ed è stata la mia palestra. Mi sono formato nello spazio di una pagina, cercando di imparare i ritmi comici, il tratto, come si racconta una storia in sequenze, cioè vignette.

Poi un giorno è nato questo personaggio straordinario: Don Zauker. Com’è nata l’idea?
Sul Vernacoliere gestivo personaggi che avevo creato io Fava di lesso, Luana la bebisitter, Nedo, scrivevo i testi e me li disegnavo. Per Don Zauker è stato diverso. Mi trovai una sera con Emiliano Pagani, entrambi avevamo finito le rispettive serie, quindi ci siamo detti: buttiamo giù due idee e vediamo cosa viene fuori. Venne fuori l’idea di questo esorcista che approfitta della tonaca e della credulità dei fedeli per fare un po’ quello che gli pare. Emiliano mi disse: Facciamo una cosa, io non ho più voglia di disegnare, te sei più bravo di me, ti va se io scrivo la sceneggiature e le disegni te? E io: Avoglia! Così iniziò una collaborazione con testi suoi e disegni miei. Ognuno ha fatto quello che gli riusciva meglio.

Il Vernacoliere nel corso della sua storia si è beccato varie denunce, però Don Zauker in questo senso non ha mai avuto problemi. Insomma ti volevo chiedere, in tutti questi anni dal Vaticano non si è fatto vivo nessuno?
Denunce nemmeno una, proteste, minacce e accidenti tantissimi, ma da parte dei lettori, associazioni di rincoglioniti, sfaccendati perdigiorno. Perché dalle gerarchie cattoliche mai? Perché sono intelligentissimi, lo sanno benissimo che se facessero partire una querela, non farebbero altro che farci pubblicità. Se gli stessi contenuti che vengono detti su Don Zauker venissero detti al cinema o in televisione scatterebbero i sequestri, denunce penali eccetera. Ma su un fumetto che vende qualche migliaio di copie, non gliene frega niente, non siamo un elemento di disturbo e quindi gli fa gioco non farci pubblicità. Sono molto fini di cervello a differenza di tanti rincoglioniti che si sentono offesi se si scherza sulla Chiesa.

È un personaggio che io amo particolarmente perché in fondo lui è tutto quello che noi non possiamo essere, non ha inibizioni, dice e fa tutto quello che gli pare
Esatto, infatti vive proprio di questo, è tanto più comico quanto più è esagerato. Don Zauker è la sintesi di tutti i peggiori difetti, bassezze e meschinità che può avere l’essere umano. È un ladro, un assassino, uno stupratore, un violento, un ignorante, fa veramente schifo, è una persona disgustosa. Però forse non sono peggio di lui le persone che gli danno credito, che rinunciano ad esercitare uno spirito critico nel farsi dettare bello e cattivo tempo da questo stronzo.

Si può dire che Don Zauker è un po’ un figlio diretto della comicità livornese?
Beh, questo umorismo così feroce, così diretto che mettiamo in atto con Don Zauker sì. C’è tanto del carattere di Livorno in questo essere senza mezze misure. Ce n’è già tanto di umorismo carino, raffinato, sottile, anche intelligente e ‘per benino’. Nella fetta di mercato dell’intrattenimento manca una forma espressiva che sia così diretta, così feroce allora l’abbiamo coperta noi, nel nostro piccolo. Poi non è escluso che ci si evolva e si percorrano anche altre strade. Il 29 settembre nella serie regolare di Dylan Dog esce un numero scritto da Emiliano e disegnato da me che non ha niente a che vedere con Don Zauker.

Beh però secondo me ci vuole un’intelligenza e un’ironia finissima a farsi venire un’idea come quella che tu hai avuto tempo fa, quando hai proposto di trasformare il Mausoleo di Costanzo Ciano a Livorno nel Deposito di Paperon De Paperoni...
Anche lì c’è tanta Livorno, è una cosa che mi frullava in testa da quando ero bimbetto. A Livorno non si riesce a prendere sul serio nulla, nel carattere delle persone c’è questo, un po’ lo spirito ribelle nei confronti dell’autorità, un po’ il fatto di saper ridere su tutto anche sulla morte, anche sulle cose gravi. Siamo riusciti a ridere anche sul nubifragio che ci ha devastato. Quindi l’idea di prendere questo troiaio di cemento, questo cubo che devasta le colline bellissime che abbiamo nella costa a sud, e trasformalo, dato che la forma è già quella, nel Deposito di Paperone, per noi sarebbe stata un’operazione di arte post-pop. Un’operazione artistica senza fini di lucro, senza far pagare un biglietto, ne nulla,  semplicemente per farci una risata su.

Si parla spesso delle origini storiche della comicità di Livorno città riempita dagli emigrati e da gente uscita dalle carceri, secondo te c’è qualcosa di vero in questa leggenda?
È storia, nel 1598 i Medici comprarono il porto di Livorno dai pisani perché gli serviva uno sbocco sul mare e trasformarono un villaggetto di pescatori in castello fortificato. Una volta finita la città tutta bellina si accorsero che però era deserta e quindi per popolarla il Granduca emanò le 'leggi livornine' che condonavano reati minori a chi fosse venuto a prendere residenza a Livorno. Quindi mezzi ladruncoli, mezzi banditi, puttane, eretici, perseguitati politici e religiosi si trovarono a vivere tutti insieme a Livorno. Ecco perché ci sono un sacco di comunità di diverso tipo, tra cui anche una comunità ebraica molto nutrita. A Livorno vennero i turchi, gli inglesi, gli olandesi, i greci...era una specie di Australia ante-litteram, ci ha generati un melting pot! Se vieni a Livorno vedi uno che sembra un vichingo, uno sembra un islandese e via dicendo perché noi discendiamo da una moltitudine di razze. Chi viene da gente di questo tipo ha scolpito nel DNA un carattere irriverente, insofferente al sistema, alle autorità, a chi si mette su un piedistallo.

Per due anni a Livorno c'è stato un festival sulla comicità inventato da Stefano Bartezzaghi che si chiamava 'Il senso del ridicolo', quest'anno hanno deciso di non farlo per ovvi motivi, dopo la tragedia dell'alluvione di un mese fa. Volevo chiederti come sta adesso Livorno, tu che idea ti sei fatto su questa brutta storia
Hanno fatto bene Bartezzaghi e gli organizzatori a far saltare l'edizione di quest'anno che sarebbe stata francamente fuori luogo. Quello che è capitato è stato sicuramente un evento eccezionale, nel senso che nubifragi e alluvioni c'erano già stati ma questo è stato molto, molto sopra la norma. Però io e tanti altri in questa città pensiamo che non è stata l'alluvione ad ammazzare otto persone, non è stato quello. Sono stati la speculazione edilizia, i permessi dati a caso, l'opera dell'uomo che ha agito senza tenere conto delle esigenze del territorio, i torrenti che eminenti geologi hanno detto che non dovevano essere tombati. In caso di alluvioni che possono capitare una volta ogni 80 anni rivoli d'acqua si trasformano in bombe pericolosissime. Chi ha dato il permesso di abitare sotto il livello del torrente è un pazzo, un folle. Quando decine di anni fa venne sollevato il problema chi comandava disse che l'edilizia non si doveva fermare di fronte a queste bischerate quindi è stato cementato dove non si doveva. Nell'espansione della città non si è agito in maniera opportuna e questi sono i risultati. Poi ripeto è stato un evento straordinario, era difficile gestirlo. In centro nel pentagono realizzato dal Buontalenti che risale al '500 non è successo niente, la bomba d'acqua ha defluito tranquillamente perché le strade sono a dorso di mulo e l'acqua è andata via, è nelle periferie che ha fatto un macello.

Ultima domanda di rito, progetti per il futuro? So che sta per uscire il quarto volume di Don Zauker 'Venga il mio regno'
'Venga il mio regno' l'ho mandato oggi in stampa, l'ho spedito in tipografia un'ora fa, uscirà per Lucca comics sarò possibile trovarlo lì e siccome è un'autoproduzione lo venderemo tramite il nostro sito internet donzauker.it. Il 29 settembre esce il nostro primo Dylan Dog, per me è già il secondo, ma con Emiliano Pagani è il primo. Poi con la Bonelli sto preparando un altro Dylan Dog che forse uscirà l'anno prossimo o forse ancora quello successivo nel 2019.  Per la Panini ho realizzato una miniserie che si chiamava Nirvana che ora è conclusa, e prendendo spunto da quella faremo degli spin off che parlano dei comprimari. È previsto per il prossimo maggio al Comicon a Napoli lo spin off dell'Ispettore Buddha quello che aveva le fattezze di Bud Spencer, quindi insomma di carne al fuoco ce n'è parecchia. 

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