Ambiente/ARTICOLO

Inquinamento: per Legambiente l’aria toscana è in miglioramento

Restano ancora delle criticità ma nessuna città ha superato la soglia di 35 giorni di sforamento delle Pm10

/ Redazione
Gio 16 Febbraio, 2017

Migliora – seppur di poco – la qualità dell’aria toscana. A dirlo sono le rilevazioni annuali di Legambiente che indica anche quale dovrebbe essere l’idea di città in grado di assicurare risultati ancora migliori da questo punto di vista, e cioè: innovativa, solidale e sostenibile, a consumo di suolo "zero", con spazi pedonali e parchi urbani in crescita, più accessibile con la mobilità dolce. Ecco come Legambiente – nell’ambito della campagna “Mal’aria di città”, immagina le città piccole e grandi, molte delle quali oggi sono strette nella morsa dello smog. L’associazione propone dieci mosse per arrivare all’obbiettivo, tra cui l’aumento del verde urbano, dare priorità alla mobilità pubblica, bandire i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città, vietare l'uso di combustibili fossili inquinanti nel riscaldamento degli edifici diffondendo nuove tecnologie, come pompe di calore e caldaie a biomasse. Secondo l’indagine di Legambiente, “nessuna città toscana ha superato il bonus di 35 giorni previsto dalla legge di sforamento ma restano comunque alti i livelli di PM10 nell’aria”.

È un quadro di luci e ombre - ha spiegato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana - quello che emerge quest’anno dal dossier Mal'aria in Toscana. Certamente dobbiamo incassare il trend positivo registrato, ma al tempo stesso dobbiamo pretendere sempre di più dai Piani di Azione Comunali e dalla regia regionale, perché continuano ad evidenziarsi criticità molto acute nella Piana Lucchese, nell’hinterland di Prato e in alcune stazioni di traffico fiorentine”.

In particolare le stazioni dell'agglomerato di Firenze (Boboli, Ponte alle Mosse, Scandicci, Bassi, Signa e Gramsci) hanno avuto un numero di superamenti della soglia giornaliera del PM10 inferiore al limite annuale di 35 giorni. Le situazioni peggiori si sono registrate nella stazione di traffico Gramsci e in quella di Signa (rispettivamente 24 e 26). Dati preoccupanti si evidenziano anche nel Valdarno aretino e nella Valdichiana, dove si nota la centralina di fondo Arezzo Repubblica con 27 superamenti nell’arco dell’anno. Mentre nella zona pedemontana emerge il dato di Lucca Fornoli, che con 30 superamenti rispetto alle altre stazioni fornisce un’idea dell’impatto che hanno sul territorio i grandi stabilimenti industriali circostanti e le attività di escavazione di inerti. Appena sotto la soglia ma comunque non meno allarmanti i numeri di Prato nelle due centraline di via Roma con 31 e di via Ferrucci con 26 giorni di superamento. Maglie nere per il record d’inquinamento da PM10 sono quest’anno Capannori (LU) e Montale.

Per quanto riguarda il particolato fine (PM2,5) il valore medio annuale limite (25 μg/m3) non è stato superato da nessuna centralina toscana, però nelle zone Prato-Pistoia e Valdarno Pisano-Piana Lucchese si hanno medie non molto distanti dal valore obiettivo. Nel confronto 2015/2016 emergono dati delle medie annuali di PM10 e PM2,5 in lieve miglioramento. Anche per il biossido di azoto le medie si attestano poco al di sotto di quelle dell’anno precedente. Si può quindi affermare che il quadro generale dell’inquinamento nelle città toscane presenta un trend positivo, che evidenzia un leggero miglioramento della qualità dell’aria.