Al Florence Korea Film Fest, festival diretto con passione da Riccardo Gelli da sedici anni, in programma al cinema La Compagnia dal 22 al 28 marzo, ad aprire i giochi è il film storico The Fortress, di Hwang Dong-hyuk. Presentato a Firenze in anteprima europea, il film è ambientato nel 1636 durante la Seconda invasione Manciù della Corea. L'imperatore Injo della dinastia Joseon si vide assediato dalle truppe della dinastia emergente, Qing, della anche dinastia Manciù, che restò di fatto reggente dell'impero cinese fino al 1912 e che fu fin da subito molto aggressiva e in grado di sottomettere e unificare varie etnie, fra cui quella coreana.
Il film di Hwang Dong-hyuk, che si ispira al romanzo omonimo, segue le vicende del re e dei suoi ministri e consiglieri nel cercare una soluzione diplomatica all'imminente invasione Manciù. Ma ogni mediazione fallisce, anche perchè cedere alle richieste del nemico sarebbe una umiliante resa. L'unica via che resta al re è quella del campo di battaglia, anche se l'epilogo non sarà meno umiliante per il sovrano e il suo popolo, costretti a sottomerttersi ai nuovi reggenti.
“Il re Injo è uno dei due sovrani coreani, insieme a quello che subì l'invasione del Giappone agli inizi del '900, che vengono visti in modo molto negativo dal popolo coreano - ha affermtato il regista. Questo film tenta di dare al pubblico una visione alternativa a quella che è un'opinione collettiva diffusa, cercando di far capire quale fu la reale situazione con la quale il re dovette fare i conti”.
Le condizioni di quei 47 giorni di resistenza all'assedio di quel lontano gennaio 1636, nel film sono rappresentate in modo molto realistico: il freddo, la neve, la mancanza di cibo prostrarono un esercito che non aveva i mezzi necessari a far fronte ad un nemico invece molto ben equipaggiato e foraggiato.
“Per fare questo film – ha affermato ancora Hwang Dong-hyuk – mi sono ispirato a Revenant di Alejandro González Iñárritu. Le condizioni proibitive che affronta il personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio, completamente immersive per lo spettatore, sono state per me fonte di ispirazione”.
Riguardo alle attuali vicende politiche che vedono coinvolto il suo Paese, con le quali è spontaneo fare un parallelismo, dal momento che nel film si parla del fallimento della diplomazia e della guerra, il regista ha affermato: “Ho realizzato questo film per dare una possibilità di ripensare al passato anche in termini contemporanei. Nonostante sia una storia ambientata molti anni fa rimane molto attuale. In passato, la Corea era stretta tra forze molto più grandi di lei, come la Cina delle dinastie Ming e Qing. Adesso, la situazione è un po’ più complicata perché ci sono l’America, la Cina, la Russia, la Corea del Nord e il Giappone ma di fatto, per la sua strategica posizione geografica, la Corea del Sud rimane sempre al centro di queste problematiche nello scacchiere geopolitico internazionale”.