Dopo aver stanziato un milione e mezzo di euro per la bonifica e la salvaguardia dei Monti Pisani, la Regione Toscana chiederà lo stato di calamità naturale per i danni subiti dalle aziende agricole a causa degli incendi dei giorni scorsi. «Abbiamo detto che l'avremmo fatto e subito ci siamo mossi in tal senso» ribadisce l'assessore all'agricoltura della Toscana, Marco Remaschi. «Dobbiamo rispettare procedure e tempi obbligati dettati dalla legge, ma soprattutto bisogna lasciare il tempo alle persone coinvolte di verificare e comunicarci in modo puntuale il danno subito».
Se il governo intendesse accelerare i tempi e risarcire le categorie danneggiate prima della ricognizione, allora, dice Remaschi, «si faccia una decreto, che ci auguriamo sia più veloce di quello per Genova». L'assessore precisa poi che lo stato di calamità naturale riguarda solo le aziende agricole e non i privati e che per i danni ai cittadini e alle aziende non agricole serve la dichiarazione di stato di emergenza nazionale «che è cosa diversa».
L'incendio sui Monti Pisani scoppiato il 24 settembre ha distrutto quasi 1400 ettari di bosco e coltivazioni. La procedura per la richiesta di calamità naturale prevede che sul portale Artea, l'azienda regionale per le erogazioni in agricoltura, venga aperta una sezione in cui segnalare i danni. È la procedura prevista per qualsiasi evento. «L'abbiamo fatto - ricorda Remaschi – a ventiquattro ora dalla scoppia del rogo, così come il 25 settembre il presidente Rossi ha subito dichiarato lo stato di emergenza regionale».
C'è poi un po' un tempo minimo in cui la procedura di segnalazione dei danni deve rimanere aperta. Il termine per presentare le domande scadrà a mezzanotte del 19 ottobre. A quel punto scatterà la ricognizione vera e propria. «Si verificano i danni e se, come pensiamo, il 30 per cento della superficie agricola dell'area interessa ta risulterà danneggiata e la produzione compromessa, allora ci potranno essere i requisiti da parte della Regione per procedere all'inoltro della richiesta di calamità naturale» aggiunge Remaschi. «Ci auguriamo a quel punto che il ministro Centinaio proceda, come da lui dichiarato, nel modo più celere, mettendo le risorse necessarie a coprire tutti i fabbisogni».
Ma non è tutto. Perché la Regione Toscana continuerà inoltre a investire con convinzione sul centro di Monticiano alla Pineta di Tocchi in provincia di Siena, l'unico in Italia (e tra i pochi in Europa) dedicato specificamente all'addestramento antincendi boschivi, in grado di formare ogni anno qualcosa come 1.300 operatori, con l'obiettivo di garantire efficacia degli interventi, sicurezza e integrazione tra le varie strutture operative.
Dalla Pineta di Tocchi passa, per essere formata, tutta la forza che la Toscana mette in campo per prevenire e fermare gli incendi nei boschi: qualcosa come 4.900 uomini, di cui 4.200 volontari, 500 operai forestali e 200 direttori per le operazioni di antincendio boschivo. È nato undici anni fa, nel 2007, voluto e realizzato dalla Regione Toscana, e più di mille sono stati i corsi finora organizzati, a cui hanno partecipato volontari e operatori. La struttura conta tre aule: una informatica con 25 computer utilizzata per i corsi di sala operativa, una tecnica con 20 postazioni e lavagna interattiva multimediale per i corsi più avanzati, la terza dove vengono proiettati, su un banco appositamente predisposto, scenari di incendi boschivi su cui il personale può esercitarsi. C'è anche un auditorium, che può ospitare 100 persone ed è utilizzato per incontri tecnici, convegni e presentazioni di materiali e mezzi. La Pineta di Tocchi dispone di 35 posti letto tra camere singole, doppie e triple, una mensa capace di ospitare oltre 100 persone, due alloggi per gli equipaggi dell'elicottero, un eliporto, un laghetto per attività di antincendi boschivi, alcuni magazzini per mezzi e attrezzature, aree boschive dove effettuare esercitazioni col fuoco prescritto e oltre un chilometro di strade forestali e ostacoli per i corsi di guida. Sull'intero sistema degli antincendi boschivi - conclude il comunicato della Regione - la Toscana investe ogni anno circa 10 milioni di euro, un terzo destinato a finanziare le attività di prevenzione e lotta agli incendi.