Salute/ARTICOLO

In sala operatoria con il robot Careggi, interventi in aumento

Intensificate le operazioni nell'ospedale fiorentino: 800 in tre anni, tra i più all'avanguardia a livello nazionale

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Lavoro intenso nel periodo estivo per il robot chirurgico di Careggi e per i medici dell’urologia dell’Azienda ospedaliero – universitaria fiorentina. Oltre 800 interventi in tre anni, prevalentemente in ambito oncologico, hanno consentito di incrementare costantemente le capacità di impiego di questa tecnologia fino a eseguire, a distanza di pochi giorni, operazioni altamente complesse in pazienti selezionati.

“Nella seconda metà di luglio il robot – ricorda il professor Marco Carini direttore del Dipartimento oncologico di Careggi – è stato impiegato per l’asportazione di un tumore prostatico in un paziente paraplegico, patologia rara in questo tipo di soggetti che fa del caso fiorentino uno dei primi a livello internazionale. Successivamente il robot è stato utilizzato, fra i primi casi in Italia, nel prelievo di un rene da donatore vivente nell’ambito di un trapianto tra consanguinei”.

“Nel primo caso – afferma il dottor Giulio Del Popolo direttore della Neuro-Urologia e Unità spinale di Careggi – l’utilizzo del robot chirurgico è stato deciso per ridurre al minimo i disagi successivi all’operazione, date le particolari condizioni del paziente con lesione midollare che altrimenti avrebbero comportato la gestione di lunghi tempi di degenza. È stato possibile attuare la tecnica robotica grazie all’impegno di una equipe di anestesisti specializzati che ha consentito si gestire la complessità dell’intervento. Il recupero post operatorio è avvenuto, come previsto, in pochi giorni a fronte delle varie settimane delle tecniche tradizionali”.

Solo 4 giorni di degenza anche per il secondo caso, la persona che ha donato il rene con prelievo robotico. “Il robot chirurgico – afferma il professor Giulio Nicita direttore della seconda urologia di Careggi – consente il massimo rispetto del paziente donatore riducendo al minimo i disagi post intervento, questa tecnica non è solo necessaria, ma doverosa di fonte al gesto di generosità di chi si sottopone ad una operazione per guarire un’altra persona”. Il prelievo del rene da vivente, con il contestuale impianto nel ricevente, è intervento organizzativamente complesso con l’attivazione in contemporanea di due sale operatorie e due equipe chirurgiche coordinate. Non appena il robot è intervenuto asportando l’organo, con la massima precisione al fine di rispettare l’integrità del donatore e preservare interamente la funzionalità del rene, l’altra equipe che aveva preparato il ricevente per l’impianto ha operato immediatamente.