Anche in Italia si sta registrando una progressiva attenzione al tema dell’ecosostenibilità, come anche un crescente sforzo sia a livello privato che di imprese per limitare i danni all’ambiente derivanti dal nostro stile di vita. Sempre più consumatori infatti, al momento di vagliare le offerte di energia elettrica presenti sul mercato preferiscono spendere qualche euro in più pur di favorire i produttori di energia rinnovabile, così come scelgono di adottare comportamenti più eco-friendly nella propria quotidianità. Stesso discorso per le aziende, le quali cercano nei limiti del possibile di investire in processi produttivi meno inquinanti e più sostenibili.
Vuoi per questa giovane tendenza, vuoi per la crisi che ha costretto molte imprese a ridurre la produzione, quando non addirittura a chiudere i battenti, le emissioni di gas effetto serra sembrano essersi ridotte nel 2013. Questo è quanto emerge dall’ultimo report annuale di EcoWay, operatore leader nel settore italiano della gestione dei certificati di CO2. Lo studio si basa sulla produzione di gas effetto serra dalle aziende italiane che hanno partecipato al meccanismo europeo dell’Emission Trading Scheme.
Si tratta di un progetto nato nel 2005, in linea con quanto stabilito dal protocollo di Kyoto. Rappresenta il primo mercato per lo scambio internazionale di quote di emissioni, ideato allo scopo di contenere le emissioni di gas serra provocate dalle aziende.
EcoWay ha stilato una classifica nazionale, ordinando le regioni italiane in base alla quantità di emissioni di gas effetto serra. Nel corso del 2013, tale dato è sceso dell’8,2% rispetto all’anno precedente e del 27,3% rispetto al 2005. Gli impianti che rientravano nel progetto ETS erano 1.124, contro i 1.028 dell’anno precedente. Rispetto al 2012 sono entrati a far parte del progetto 225 nuovi impianti, ma 128 ne sono usciti per cessata attività o ridimensionamento. Le new entry rientrano soprattutto nei settori di ceramica, laterizi e siderurgico, per effetto dell’ampliamento del raggio d’azione della normativa ETS, mentre le aziende uscenti appartenevano perlopiù a quelli delle utility e della carta, ovvero quei settori che hanno risentito di più della crisi economica.
Tornando alla classifica, Puglia (31.988 tonnellate di CO2), Lombardia (21.911) e Sicilia (19.415) si confermano ai primi posti per emissioni di Co2. Relativamente bene la Toscana che, con le sue 7.791 tonnellate di Co2 all’anno occupa la decima posizione delle classifica nazionale.
“Complessivamente la riduzione delle emissioni regionali è in linea con la dinamica a livello nazionale. Le politiche di incentivazione alle rinnovabili, di promozione dell’efficienza energetica e il meccanismo di Emission Trading Scheme hanno permesso di ridurre le emissioni nell’ultimo decennio, oltre all’effetto della crisi” ha spiegato il presidente di EcoWay, Guido Busato.