Il 2011 è l’anno dei giovani per la Regione Toscana ma oggi non si parla di fondi stanziati ma di diritti e doveri dei minori. Sono stati presentati a Firenze i numeri e i dati della prima delle mappe de L’isola dei tesori Atlante dell’infanzia a rischio pubblicato da Save The Children.
Se i giovani sono un “tesoro”, le province “forzieri” d’Italia sono – dati Istat 2009 – Roma (697.387 minori), Napoli (671.000), Milano (636.610) e Torino (351.566), che contengono una parte consistente degli oltre 10 milioni di under 18 che vivono nel nostro paese. Le province più giovani – quelle cioè con le percentuali più elevate di minori – sono prevalentemente al sud: Napoli è in pole position con quasi il 22% di minori sul totale della sua popolazione, seguita da Caserta (21,3%), Crotone e Catania (tutte oltre il 20%). Unica eccezione tra le province del nord è Bolzano con il 20% di under 18. Il picco negativo spetta a Ferrara che ha la percentuale più bassa d’Italia (12,6%).
Il “tesoro degli immigrati” sono invece 932.000 minori stranieri residenti in Italia. Tra loro 6 su 10 sono di seconda generazione, cioè nati in Italia: Prato con il 19,7% di minori di seconda generazione sul totale della sua popolazione straniera, è la prima città d’Italia. Seguono Mantova, Cremona, Brescia a Reggio Emilia. Nel sud Trapani e Palermo.
Ma ci sono anche bambini e adolescenti senza volto e senza nome, invisibili perchè le loro vite sono clandestine o nascoste: centinaia di minori stranieri e spesso soli che soggionano brevi periodi nelle comunità per poi scappare, o che finiscono in circuiti di sfruttamento lavorativo, sessuale o di devianza. Nel 2010 risultavano almeno 4.500 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia. Un dato sicuramente per difetto che non include, per esempio, i minori neocomunitari. Stranieri sono anche alcune migliaia di minori lavoratori: pari al 9% di tutti i minori che lavorano stimati in circa 400.000. Sono soprattutto cinesi a Roma, Milano e Firenze-Prato; romeni e albanesi a Roma e Bari, nordafricani in Sicilia e Calabria.
1 milione e 756 mila sono i minori che vivono in povertà relativa, cioè famiglie che hanno una capacità di spesa sotto la media: circa il 65% si trova nel sud d'Italia. A questi vanno aggiunti altri 649 mila ragazzi, il 6% della popolazione sotto i 18 anni che vive in povertà assoluta.
Per quanto riguarda il verde a disposizione dei bambini in Toscana è ben messa Pisa (1521 mq a persona). ottima posiizone per tutta la regione per l'asilo nido. Ne usufruisce il 16,9%.
Tre cose da fare: per i bambini e per i giovani, messe in fila dall’assessore ai diritti umani Riccardo Nencini.
Primo: nominare il garante dell’infanzia, che la Toscana ha istituito un anno fa, sul finire della scorsa legislatura, e combattere l’abbandono scolastico.
Secondo: ripensare il multiculturalismo, che “va bene, ma con diritti per tutti e doveri chiari per tutti”.
Terzo: rispondere ai giovani che protestano, “spesso a ragione”, coinvolgendoli di più nelle decisioni e magari concendendo il diritto di voto ai sedicenni, almeno nelle circoscrizioni.
E l’assessore Nencini sgombra subito il campo da una tentazione. “Non è detto che la Toscana – spiega – sia ancora la madre di tutto il meglio del mondo. Lo é stata in passato per qualche tempo. Ma non è detto che è quello che è stato si ripeta all’infinito. E per farlo c’è da lavorare ed occorre che tutti adempiano alle proprie responsabilità”.
Tre nodi da sciogliere:
Il primo problema riguarda la bassa natalità. “La Toscana – ricorda Nencini – è tra le regioni più ‘vecchie’ d’Italia, ovvero con il peggior rapporto tra giovani ed anziani”. E’ la seconda, dopo la Liguria. “Una situazione drammatica. E Firenze – precisa sempre l’assessore – è di gran lunga la città più ‘vecchia’ d’Italia”.
La seconda questione attiene al lavoro minorile. “Non ci sono solo i bambini che lavorano nelle miniere di diamanti del Sudafrica. A Prato, a meno di dieci chilometri da quello che era l’ombelico del mondo, ci sono bambini cinesi che fanno le asole della mia camicia, ad esempio”. Oppure confenzionano altri capi di abbigliamento. “E forse fanno anche altro, di più preoccupante. . Un problema enorme – annota – e neppure più un caso troppo raro, dove la scarsa tutela dei diritti dei bambini si associa ad una situazione di illegalità diffusa in una città, ma il fenomeno non riguarda più solo Prato, dove è inaccettabile che, dall’oggi al domani, si scopra che ci sono 20 o 30 mila probabili stranieri immigrati clandestini. Una piaga da estirpare”. “Per questo dico – sottolinea Nencini – che il multiculturalismo va bene, che tutti gli stranieri che vivono qui devono godere pienamente dei diritti concessi ai cittadini dallo Stato, ma proprio perchè vivono qui devono rispetterne anche leggi, obblighi e doveri. C’è stata un’interpretazione del multiculturalismo, per parecchio tempo da parte di qualcuno, che portava a chiudere un occhio quando certe prati che rimanevano confinate alla comunità di appartenenza, in virtù di un ‘diritto’ alla propria cultura. Così non deve più essere”.
La terza questione interessa le idee. “A volte mancano – conclude Nencini – ed occorre invece investire sulle idee nuove, come la Regione Toscana sta facendo con il Progetto Giovani presentato nelle settimane scorse dal presidente Rossi e che metterà a disposizione dei giovani che vivono in Toscana, non solo quelli fino a 18 anni, 334 milioni in tre anni”.
Diritto di cittadinanza per i bambini stranieri
Poco dopo l’intervento di Nencini ha preso la parola nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati Raffaella Milano, responsabile del programma Italia-Europa di “Save the Children”.
“ La Toscana – sottolinea – vanta tante realtà di eccellenza, ma presenta anche alcune criticità da superare. Parla anche di integrazione e di integrazione possibile. “Ci sono in Italia più di mezzo milioni di bambini stranieri nati qui e che qui studiano e vivono e forse sanno il Manzoni meglio di tanti altri ragazzi italian – ricorda – Sono i minori di seconda generazione. Prato è la città in Italia con il maggior numero in percentuale: il 19,7% di tutti gli stranieri che ci vivono. Ma nessuno di loro ha la cittadinanza italiana. La possono chiedere e conquistare, faticosamente, dopo i diciotto anni. Una delle battaglie di “Save the Children” è proprio quella di far riconoscere a tutti i bambini che nascono e vivono qui questo diritto”. Bambini, si scopre spulciando tra le pagine dell’atlante, che non solo parlano benissimo italiano ma per lo più hanno anche nomi italiani. Se Francesco, Alessandro, Giulia e Sofia sono infatti i più diffusi ed amati dai genitori italiani, altrettanto successo riscuotono tra gli stranieri Alessia, Giulia, Sofia, Matteo ed Alessandro. In Toscana anche Andrea e Sara. A conferma dell’integrazione in atto.