Giulia Villari è una cantautrice e chitarrista romana. I Marlene Kuntz sono stati 'folgorati' dalle sue canzoni e l'hanno scelta come seconda voce nel singolo “Bellezza” dell’album ‘Bianco Sporco’ del 2005. Ha suonato in Italia e all’estero ricevendo nel 2009 un riconoscimento speciale dal Meeting delle Etichette Indipendenti come ‘Miglior live’. Il suo esordio, ‘River’ del 2010, è stato prodotto da Rob Ellis, batterista e produttore di PJ Harvey, Anna Calvi, Marianne Faithfull e molti altri. A marzo 2017 è uscito il suo nuovo album ‘Real’. Sabato 29 aprile Giulia Villari sarà in concerto al Glue Alternative Concept Space di Firenze insieme al duo francese dei Ropoporose
Ciao Giulia, so che te l’hanno già chiesto mille volte, ma vorrei che tu ci raccontassi come sei stata ‘scoperta’ dai Marlene Kuntz
Era il lontano 2004 e io ero interessata alle loro collaborazioni, in particolare a quella con Rob Ellis con cui loro avevano fatto a quel tempo un disco. Quindi scrissi sul loro sito in modo molto ingenuo dicendo che ero una musicista e scrivevo canzoni. Loro mi risposero dicendo ‘invia il tuo demo a questa casella postale’. Dopo vari mesi mandai il mio primissimo demo e loro rimasero colpiti dalle canzoni e mi chiamarono appena furono a Roma per finire di registrare il loro disco ‘Bianco sporco’. È andata così in modo molto semplice.
Il tuo ultimo disco si intitola ‘Real’, perché hai scelto questa parola
È una parola breve che può avere sia un significato specifico che più ampio. Io lo intendo come un reale modo di propormi con la mia musica. Spero di proporre un’immagine reale di me.
Questo disco segna una sterzata decisiva verso l’elettronica, dipende anche dalla produzione di Sante Rutigliano? Come avete lavorato insieme?
Attenuerei l’aggettivo ‘decisiva’, in parte è stato così ma rimane una scrittura di tipo cantautoriale, che è il modo che mi viene più naturale di fare musica. Con Sante abbiamo lavorato a dei pezzi ma risentendoli, sentivamo che l’approccio con la chitarra non mi rappresentava più. Quindi abbiamo buttato via tutto quello che avevamo fatto, una specie di follia. Ho ricominciato da capo a scrivere tutto in modo nuovo, togliendo tutti quelli che erano i miei riferimenti precedenti e sentendomi libera anche di divertirmi un po' con la musica.
Spero che per te sia un complimento, mi hai ricordato molto la primissima Madonna
Per me è assolutamente un complimento. È strano perché è uscita questa parte di me perché quando ero piccola a 8-9 anni Madonna era la mia cantante preferita. Avevo tutti i suoi dischi. Non solo è un complimento, ma probabilmente è proprio una realtà.
Per la copertina del disco hai lavorato con la fotografa Ilaria Magliocchetti Lombi, come mai avete scelto questi colori primari… blu, giallo?
Ilaria mi ha chiesto subito: che atmosfera vuoi evocare? Io all’inizio ero un po’ confusa, poi costretta da lei a pensarci ho realizzato che mi sarebbe piaciuta una cosa colorata però non brillante, un po’ scura. Alla fine ho scelto questi due colori uno freddo e uno caldo. Ho fatto una ricerca, ho trovato molti quadri blu e gialli del mio artista preferito che è Mark Rothko e ci siamo ispirate anche alle opere di un artista contemporaneo che si chiama James Turrell che lavora con luci e sostanze colorate. Volevamo una cosa che fosse anche seria, non ‘sparata’.
Il 29 aprile sarai sul palco del Glue a Firenze, cosa dobbiamo aspettarci?
Sono molto contenta di essere ospite al Glue che è un locale che ho frequentato come ascoltatrice. Saremo in tre io, Sante che avrà in mano un po’ tutto con il computer e le tastiere e poi ci sarà Simone Prudenzano alla batteria elettronica. Non vediamo l’ora di salire sul palco!
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