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Imprese e nuove nascite, ecco perché gli stranieri ci salveranno

In Toscana gli stranieri stanno contribuendo al ricambio generazionale. Nuovo bando della Regione per progetti di accoglienza

/ Redazione
Ven 14 Settembre, 2018
Toscana, gli stranieri sostengono carico economico e sociale

Dei 410mila stranieri residenti in Toscana (11% della popolazione regionale), scorrendo gli ultimi dati disponibili scopriamo che sono soprattutto rumeni (21%), albanesi (15%) e cinesi (13%). Di questi, i richiedenti asilo sono il 2,8%. Facendo un passo in avanti nel tempo arrivimo al 31 agosto 2018, ovvero a pochi giorni fa. I numeri raccontano di 9.444 ospiti nei Cas (centri d'accoglienza straordinaria diffusi in 229 dei 276 comuni toscani) e 1850 negli Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Il dato più importante? È un altro. «Negli ultimi quattro anni i residenti stranieri in più corrispondono sostanzialmente al numero di bambini nati da stranieri che già vivevano in Toscana» spiega l'assessore alla presidenza della Regione Toscana, Vittorio Bugli, nel giorno della presentazione di un nuovo bando sull'accoglienza il cui primo obiettivo è quello dell'integrazione e della coesione sociale. «Gli stranieri residenti hanno contributo in modo predominante al ricambio generazionale di una popolazione che sta invecchiando».

Attraverso questo avviso, appena pubblicato, con 300mila euro saranno finanziati progetti rivolti ai richiedenti asilo e migranti titolari di protezione internazionale presenti in Toscana. Obiettivo: per coinvolgerli in attività di volontariato e cittadinanza attiva assieme agli altri residenti delle comunità di cui sono ospiti, per imparare meglio l'italiano, per acquisire nuovo competenze e migliorare la loro formazione.

Per presentare le domande c'è tempo fino al primo ottobre. Il contributo, fino ad un massimo del 90% della spesa, potrà essere erogato a Comuni, Società della salute, Unioni e Province. Nel 2017 di progetti di volontariato simili, tali da costituire una reale opportunità di scambio reciproco e integrazione, ne sono stati finanziati 37 (ed altri settantadue nel 2015) con circa 800 ospiti coinvolti.

Progetti che hanno visto i richiedenti asilo aiutare gli anziani del paese a riportare a casa i bimbi, a piedi, da scuola o a pulire e tenere in ordine il verde pubblico, ricostruire un orto didattico oppure essere protagonisti a teatro nel raccontarsi, darsi da fare in un podere sperimentale dove si possono imparare uno o più mestieri (o l'abc dei diritti e doveri di chi lavora in Italia), nell'officina dove si recuperano le biciclette abbandonate o gettate via oppure un mix dove teatro sociale, laboratori musicali, corsi di formazione professionali e incontri con gli abitanti diventano un tutt'uno. Buone pratiche raccolte nel libro bianco presentato dalla Regione nel 2017.

«L'immigrazione non può essere considerata un'emergenza» aggiunge Bugli. «È un approccio sbagliato. L'immigrazione è qualcosa di strutturale e gli immigrati non sono numeri. Sono persone, e visto che è un fenomeno che ha a che fare con le persone va dunque governato con umanità e intelligenza. Ora, non domani».

In Toscana – che negli ultimi venti anni ha visto crescere il numero degli anziani, oramai un quarto della popolazione, e diminuire quello dei giovani, più numerosi tra gli immigrati – gli stranieri dipendenti sono 90.626, 36.578 le imprese a titolarità straniera (il 17 per cento) e 57mila i lavoratori domestici, quasi otto su dieci. È evidente come gli stranieri siano stati di aiuto nel sostenere un carico economico e sociale in crescita.

Info bando
www.regione.toscana.it