Michelangelo Pistoletto torna a Pistoia. La sua è una visita attesa 24 anni, da quando, nel 1994, Pistoletto scelse la città per presentare il Manifesto di Progetto Arte. Stavolta l’artista di fama internazionale, autore dei celebri ‘quadri specchianti’ ha esposto sabato 30 settembre il suo “Terzo Paradiso” al Palazzo dei Vescovi nella medesima sala che ospita l'Arazzo Millefiori, opera medievale dall'ordito in seta e lana, popolata da animali selvatici e da una grande quantità di fiori, un rimando all'hortus conclusus. Successivamente l’opera è scesa in strada portata ‘a spalla’ dai pistoiesi che l’hanno collocata nella Galleria Vannucci dove resterà visibile fino al 13 novembre.
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"Il 'Terzo Paradiso' vuol dire che ce ne sono due prima di questo". Così Michelangelo Pistoletto ha spiegato il significato della sua ultima opera. "Il primo Paradiso - ha spiegato - è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura, il secondo Paradiso è quello che si è venuto a creare uscendo pian piano dalla natura, ed è il Paradiso artificiale che viviamo oggi ad un punto di tale crescita che ci crea delle preoccupazioni, la scienza, l'artificio, tutte le attività che l'uomo esercita oggi entrano in collisione con la natura, quindi dobbiamo entrare in una nuova fase dell'umanità in cui natura e artificio riescono a connettersi e produrre una situazione nuova, che è la terza fase dell'umanità".
Il “Terzo Paradiso” è un'opera collettiva fatta di riuso, realizzata dalle donne della cooperativa sociale Manusa, che hanno tagliato, aggiustato e ricomposto i panni usati.
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