Cultura/ARTICOLO

Il mito di "Orfeo e Euridice" in scena al Bruscello

Il teatro popolare in piazza a Montepulciano

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Bruscello di Montepulciano
È dedicato al mito di amore e morte più straziante e commovente della cultura greca la 73° edizione del Bruscello di Montepulciano: quest'anno la Compagnia Popolare del Bruscello porta in scena "Orfeo e Euridice". Lo spettacolo di teatro popolare italiano andrà in scena il 12, 13, 14 e 15 agosto sul sagrato della Cattedrale in Piazza Grande, interpretato e cantato con arie popolari da attori non professionisti e da circa 100 comparse con un età dai 6 ai 70 anni.

“Orfeo e Euridice” è il primo bruscello di una nuova trilogia dal titolo “Il mito dell’amore” che vedrà poi nel 2013 “Tristano e Isotta” e nel 2014 “Romeo e Giulietta”. Le musiche sono del maestro Alessio Tiezzi, i testi di Raffaele Giannetti mentre la direzione artistica e la regia sono di Franco Romani.
Lo spettacolo ripercorre la celebre storia di Orfeo ( interpretato da Marco Banini), abilissimo suonatore di cetra che si innamora della ninfa Euridice (Irene Tofanini) e la sposa. Ma la sua amata viene morsa da un serpente mentre raccoglie fiori in un prato e muore. Così Orfeo decide di andarla a riprendere agli Inferi, cercando di commuovere con il suo canto la regina Proserpina e farsi restituire la moglie. Riesce in questa impresa ma ad una sola condizione: non si deve mai voltare a vedere Euridice finché non saranno nel regno dei vivi, altrimenti la perderà. Orfeo promette, ma poi non resiste e guarda la sua sposa e in quel momento Proserpina la richiama negli Inferi da cui non potrà più uscire.

La rivisitazione della storia di Orfeo da parte del Bruscello
passa attraverso un immaginario popolare che non si fa scrupolo di contaminare le storie più diverse e, soprattutto, di leggerle a suo modo. Ai personaggi più importanti come Orfeo, Euridice, Aristeo ( interpretato da Stefano Bernardini), Plutone ( Roberto de Pascali), Proserpina (Chiara Protasi), tratti da Monteverdi a Poliziano in poi, si aggiungono altre presenze non trascurabili (né trascurate nella storia letteraria e teatrale dell’Orfeo, come Caronte o Apollo, per esempio) ed altre più rare o addirittura nuove, come Aracne, Syrinx, la Fama o un giullare, più vicini alla mentalità popolare.

“Questo antichissimo Orfeo ci racconta la fine del mito per così dire dell’Eden e l’avvento della storia, quindi ci parla della morte e della sua irreversibilità – spiega il regista Franco Romani –  un concetto molto sentito da quella che è stata la società contadina ma che anche oggi mantiene la sua attualità Infine, la poesia che, commuovendo il sordo signore dell’aldilà, fa resuscitare Euridice è l’immagine dell’arte in quanto memoria – e surrogato – di ciò che il tempo ci sottrae. Ci chiediamo poi se il nostro eroe – e prima di lui Euridice – debba morire o no. Che si parteggi per l’una o l’altra soluzione non fa troppa differenza, perché ci sono delle umanissime ragioni in entrambe, come dire nel disincanto o nel sogno. Per me, Orfeo vince la sfida proprio voltandosi, perché così dimostra che il suo amore è più forte di ogni divieto come avevano già suggerito Gluck e Calzabigi”.

Tra le curiosità il ruolo dello Storico, il personaggio che introduce l’argomento di ogni atto, sarà affidato al Presidente della Compagnia, Marco Giannotti,
riprendendo una tradizione che affida proprio al capo della compagnia questo ruolo. Il cantastorie invece, il personaggio che introduce ogni scena, è affidato ad Alessandro Zazzaretta.

Lo spettacolo inizia alle 21.30 e il costo del biglietto d’ingresso è 10 euro.
Per informazioni: Associazione Compagnia Popolare del Bruscello
Tel. +39 0578 758529
www.bruscello.it

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