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Il mistero della Casa dello ScheletroCercasi giovani Indiana Jones

E' il thriller che avvolge Cosa, l'antica città romana che si affaccia sul mare ad Ansedonia. Nella cisterna della casa patrizia sono state rinvenute antiche ossa di uomo. Gli archeologici chiedono una mano per svelarne l'identità e scoprire l'assassino

/ Redazione
Lun 29 Settembre, 2014

Un vero e proprio thriller avvolge Cosa, l'antica città fondata dai Romani nel 273 a.C. a due passi da Ansedonia. Il Museo archeologico nazionale, diretto da Maria Angela Turchetti con la supervisione del soprintendente toscano Andrea Pessina, cerca novelli Indiana Jones per svelare il mistero della Casa dello Scheletro. L'invito agli aspiranti indagatori della Storia è di partecipare al “giallo” archeologico.

Il posto è carico di fascino. Il parco e il museo sorgono su un collina che si affaccia sul mar Tirreno. Bella la camminata che porta fino in cima. Ma si può arrivare anche in mountain bike. Si vede il Monte Argentario, l'Isola d'Elba. Nel suo periodo di maggior splendore Cosa arrivò fino a 9mila abitanti.

L'attenzione degli archeologi, però, è tutta concentrata sulla cisterna della casa romana che domina il sito. L'Accademia americana di Roma c'ha rinvenuto dentro lo scheletro dei misteri. Sono le ossa di un uomo vissuto tanti secoli fa e gli archeologi stanno indagando sulla storia che si portano dietro. Potrebbero essere di uno schiavo ucciso dal suo padrone romano o di un pirata dell'Asia minore arrivato dal mare per mettere a ferro e fuoco la città. Cosa, infatti, fu abbandonata nel basso medioevo.

Gli indizi per svelare il “giallo” dello scheletro ruotano attorno all'abitazione del I secolo a.C.. Probabile che ci abitasse un patrizio perché il suo impianto è signorile. Intorno all'atrio che serviva da raccolta per le acque piovane, ci sono la cucina, il bagno, i magazzini, la camera da letto, sale di rappresentanza e il triclinium accessibile dal giardino attraverso un porticato. Il sito archeologico è aperto a tutte le proposte di indagine da inviare alla mail sba-tos.museocosa@beniculturali.it.

E come in tutti i “gialli” che si rispettino, vanno raccolti tutti gli indizi per scoprire “l’assassino”. Bisogna però seguire gli archeologi e i volontari “apprendisti archeologici” nel loro lavoro di detective della storia. Andare a visitare il museo e il sito, gli unici così completi in tutta la Toscana. Fare una chiacchierata con le persone che stanno rinvenendo le vestigia della Storia. E magari tra qualche mese il “giallo” dello scheletro sarà svelato con le analisi al carbonio 14.