Saranno trenta le tappe della prima edizione del tour, un vero viaggio nelle migliori aziende italiane, quelle 4500 realtà che che nonostante la crisi sono leader sul mercato mondiale. Producono calzature, borse e pasta ma anche macchine per imballaggi, piastrelle e panfili e sono uno scrigno di storie imprenditoriali da raccontare, dall'artigiano che soffia il vetro di Murano di Venezia ai laboratori orafi di Arezzo.
“Vogliamo valorizzare chi è che oggi fa grande l'Italia, non più gli artisti ma gli artigiani, gli imprenditori che portano un pezzo del nostro paese nel mondo” spiega Giampiero Cito di Milc.
All'estero il turismo industriale è ben collaudato, basti pensare alle visite alle cioccolaterie della Svizzera o alla fabbrica della birra Guinness a Dublino, meta immancabile per chi visita la capitale irlandese. In Italia è una sfida da raccogliere, perché tranne il mondo del vino, che ha aperto da tempo le proprie cantine ai viaggiatori, le aziende restano ai margini dei movimenti turistici.
Eppure i turisti dei mercati emergenti, come quelli dei paesi Bric o dell'Asia, potrebbero essere molto interessati a vedere con i proprio occhi come nasce il Made in Italy, dalla moda all'agroalimentare. “Ogni settore produttivo ha la sua spettacolarità – conclude Giampiero Cito – quello che proporremo è un viaggio nel cuore del territorio e nella storia delle persone, con uno storytelling che lo racconti attraverso la Rete”.