L'esposizione ripercorre il ventennio fra il 1901 - anno in cui Kandinsky abbandona gli studi giuridici ed etnografici che lo avevano portato a conoscere le tradizioni delle popolazioni originarie dello sterminato impero russo e decide di dedicarsi alla pittura - e il 1922 quando lascia definitivamente la Russia Sovietica, che pure aveva sostenuto nei primi anni della rivoluzione, e accetta l'incarico offertogli da Walter Gropius di dividere con Paul Klee l'insegnamento al Bauhaus in Germania.
Aperta da una affascinante e sorprendente sezione dedicata alle radici visive e concettuali dell'opera di Kandinsky - con rari oggetti appartenenti alla tradizione dello sciamanesimo - la mostra guiderà il visitatore dai suoi primi dipinti nati in atmosfera simbolista, alle opere del periodo di Murnau (affiancate da selezionati quadri di Gabriele Munter, Alexej Jawlensky, Marianne Werefkin e Arnold Schonberg), fino alle grandi tele dei pochi anni in cui Kandinsky divenne il punto di unione fra le avanguardie occidentali, raccolte intorno a Der Blaue Reiter, e i maggiori protagonisti dell'avanguardia russa.
L'esposizione è ideata e curata da Eugenia Petrova, direttrice aggiunta del museo di San Pietroburgo in collaborazione con Claudia Beltramo Ceppi, promossa dalla Fondazione Palazzo Blu, col patrocinio del Comune di Pisa, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e organizzata da Giunti Arte mostre e musei.
Per informazioni: www.palazzoblu.org