Il Codice Leicester, il preziosissimo manoscritto proprietà di Bill Gates che normalmente viene conservato al buio perchè la carta si può esporre solo di rado, torna a Firenze dopo molti decenni. La mostra "L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci" a cura di Paolo Galluzzi, è frutto di oltre due anni di preparazione e presenta eccezionali apparati tecnologici per poter consultare il codice così come numerosi altri preziosi fogli autografi del genio di Vinci.
Il tema centrale del Cordice Leicester è l’acqua, elemento che affascinava immensamente Leonardo, al punto che l'artista svolse molte indagini per comprenderne la natura, sfruttarne l’energia e controllarne i potenziali effetti rovinosi. "Il manoscritto ha come tema principale l'ingegneria idraulica e tutte le questioni sull'origine dell'acqua e sulla presenza dell'acqua sulla Luna, un tema attualissimo perchè solo pochi mesi fa abbiamo avuto la conferma che esiste l'acqua su Marte e che quindi l'origine dell'acqua è da cercare in un altro sistema solare. Inoltre Leonardo anticipa alcuni temi ecologici mettendo in analogia le acque che corrono sotto terra e le vene del corpo umano". Ha dichiarato Eike Schmidt direttore delle Gallerie degli Uffizi.
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Il Codice è pieno di annotazioni geniali e di disegni che Leonardo vergò in gran parte tra il 1504 e il 1508 a Firenze. Per Leonardo, furono anni di intensa attività artistica e scientifica. In quel periodo effettuava infatti studi di anatomia nell’Ospedale di Santa Maria Nuova, cercava di mettere l’uomo in condizione di volare, era impegnato nell’impresa, poi non condotta a termine, della pittura murale raffigurante la Battaglia di Anghiari a Palazzo Vecchio, e studiava soluzioni avveniristiche per rendere l’Arno navigabile da Firenze al mare.
"Spesso si parla di Leonardo scienzato separandolo dal Leonardo artista, questa divisione non eisteva nel Rinascimento, - ha aggiunto Eike - l'arte veniva vista come 'tekne' nel senso greco della parola che è alla radice di parole come 'tecnica' o 'tecnologia', in greco significava 'arte', nessun altro personaggio del passato comprova questa unità come Leonardo da Vinci. Se guardiamo i disegni nel suo codice, per lui è una questione graduale, procede da uno schizzo ingengeristico dove cerca di risolvere un problema tecnico a un disegno artistico nel senso enfatico della parola. Questo lo vediamo anche nei quadri esposti nella nuova sala di Leonardo al secondo piano degli Uffizi, dove si vede spesso rappresentata l'acqua, in varie forme, liquida o gassosa, nuvole e dove è evidente un'osservazione estremamente precisa della natura."
Nell'Aula Magliabechiana saranno esposti 72 fogli del Codice nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi. Grazie a un innovativo sussidio multimediale, il Codescope, il visitatore potrà sfogliare i singoli fogli su schermi digitali, accedere alla trascrizione dei testi e a molteplici informazioni sui temi trattati. Avrà inoltre a disposizione un vasto corredo di filmati digitali realizzati dal Museo Galileo, i quali, oltre che in mostra, saranno consultabili sui siti web degli Uffizi e del Museo Galileo.
Oltre al Codice Leicester, l’esposizione offre alcuni spettacolari disegni originali di Leonardo e fogli da codici di straordinaria importanza, realizzati in quegli stessi anni: il Del moto et misura dell’acqua dalla Biblioteca Apostolica Vaticana che integra le note e gli schizzi vergati sugli stessi temi nel Codice Leicester; il celeberrimo “Codice sul volo degli uccelli”, eccezionalmente concesso in prestito dalla Biblioteca Reale di Torino, compilato negli stessi mesi nei quali Leonardo realizzava il Codice Leicester; quattro spettacolari fogli del Codice Atlantico, prestati dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, che illustrano gli studi vinciani sulla Luna, molto attinenti ai temi trattati nel Codice Leicester, e dove è illustrata l’invenzione della gru con cui Leonardo intendeva velocizzare le operazioni di scavo del canale navigabile che doveva collegare Firenze al mare. Infine, due preziosi bifogli del Codice Arundel della British Library, con rilievi del corso dell’Arno nel tratto fiorentino, dove sono indicate puntualmente posizione e misure dei ponti allora esistenti e sottolineate le analogie tra moti dell’acqua e moti dei venti.
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