C’è una data ufficiale e definitiva per la riapertura del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato cioè il 16 ottobre 2016. Giovedì 7 luglio in una conferenza stampa a Milano sarà presentato l’avveniristico ampliamento a forma di navicella spaziale dell’architetto d’origine indonesiana Maurice Nio e i numerosi eventi collaterali che coinvolgeranno tutta la città di Prato e altre istituzioni su tutto il territorio toscano proprio nei giorni dell’inaugurazione.
Il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci è stato fondato nel 1988, in memoria del figlio dell'industriale Enrico Pecci su progetto dell’architetto razionalista fiorentino Italo Gamberini. È la prima istituzione italiana costruita ex novo per presentare, collezionare, documentare e promuovere le ricerche artistiche più avanzate. Dalla sua apertura nel 1988 ha prodotto una vasta attività espositiva e di documentazione sull’arte contemporanea, numerosi programmi didattici, spettacoli ed eventi multimediali. Ha raccolto nella sua collezione permanente oltre mille opere che mappano le tendenze artistiche dagli anni Sessanta ad oggi: pittura, scultura, cinema e video, installazioni, opere su carta, libri d'artista, fotografie, grafica, e progetti commissionati. Fra il 2005 e il 2011 sotto la presidenza di Valdemaro Beccaglia, ha preso il via il potenziamento dello spazio espositivo in un processo di rifunzionalizzazione del museo con la commissione del nuovo progetto all'architetto Maurice Nio.
La riapertura del museo è slittata di un anno per un ritardo nell’allocazione dei finanziamenti europei di 2 milioni per la ristrutturazione del vecchio edificio. La Regione Toscana ha deciso pertanto di anticiparli sulla quota di 5 milioni che è stata necessaria per interventi strutturali a favore dell’arte contemporanea, di cui il Centro Pecci è coordinamento regionale, da qui al 2020, come ha spiegato in una nota il nuovo direttore Fabio Cavallucci.
Il Centro Pecci sarà l’unico museo in Italia ad aprire nel decennio 2010-2020, collocandosi in un network internazionale di riaperture che comprende istituzioni culturali di livello internazionale come la nuova ala della Tate Modern di Londra (firmata Herzog & de Meuron) e la nuova sede del Whitney Museum progettata da Renzo Piano. ll complesso, a conclusione dei lavori, ospiterà su una superficie di oltre 5.000 m2, l’archivio e biblioteca specializzata CID/Arti Visive, che conta un patrimonio di circa 50.000 volumi, il teatro all’aperto, l’auditorium, il bookshop, una caffetteria-bistrot e un’area polifunzionale dedicata ai bambini.
Il progetto di riqualificazione del Centro Pecci prevede inoltre il ripristino del giardino con collocazione di opere d’arte monumentali, una piazza antistante l’entrata principale del museo che si caratterizzerà anche come luogo di socialità con una logistica di accesso resa più fluida, coerente ed esteticamente piacevole. Queste caratteristiche faranno del Centro Pecci una location strategica, con una collocazione ottimale, a soli 1 km dall’uscita del casello Prato Est, e a soli 3 km dalla stazione di Prato Centrale.
La mostra che aprirà la programmazione sarà dedicata alla Fine del Mondo occuperà tutta la superficie del Centro Pecci e sarà affiancata da una serie di eventi collaterali, spettacoli teatrali e di danza, performance, concerti, proiezioni, talk e incontri. Il visitatore sperimenterà la sensazione di vedersi proiettato qualche migliaio di anni luce di distanza da noi, attraverso lavori come quello di Thomas Hirschhorn: un'installazione composta da una serie di oggetti di uso quotidiano di pochi anni fa incastonati in una aggregazione rocciosa. Carlos Garaicoa rappresenterà una sorta di città vista dall’alto di notte, con le sue luci i suoi punti illuminati. Qiu Zhijie, artista cinese, rappresenterà in una grande mappa, in una carta geografica, tutte le ideologie della storia dell’umanità. Chiuderà il percorso espositivo un lavoro particolarmente significativo e spettacolare Heritage di Cai Guo-Qiang: un grande lago attorno al quale si abbeverano 99 animali di ogni specie. Siamo di fronte ad una nuova Arca di Noè come ultima possibilità di salvezza oppure è l’ultima fonte d’acqua prima della fine? L’interrogativo resta aperto.
Per informazioni:
http://www.centropecci.it/
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