Cesare Prandelli è una delle “facce buone” del calcio: corretto, misurato, semplice. Un uomo caparbio che ha lottato tutta la vita per raggiungere il suo sogno legato al pallone. E c’è riuscito. Con la modestia ma anche con la consapevolezza delle proprie capacità, con la passione e il lavoro. Oggi Cesare Prandelli racconta la sua storia in un libro “Il calcio fa bene”, curato dal giornalista Giuseppe Calabrese, che sarà presentato il prossimo 3 maggio all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze (ore 17.30).
La storia di un ragazzino innamorato del calcio, dapprima giocato per strada e sui campi dell’oratorio fino alla svolta, alla carriera professionistica da calciatore militando in squadre come Cremonese, Atalanta e Juventus . E poi ancora la consacrazione come allenatore, facendo sognare soprattutto la Fiorentina e i suoi tifosi. Infine la nazionale, i sogni che si tingono d’azzurro. C’è tutto il mondo dell’allenatore di Orzinuovi tra le pagine del libro edito da Giunti e il cui ricavato sarà devoluto da parte degli autori alla Fondazione Fra Elia degli Apostoli di Dio (Terni), mentre parte dei proventi dell’Editore andranno a sostenere l’Ospedale Pediatrico Meyer.
“Sono cresciuto con la convinzione che la vita sia uno scambio – scrive Cesare Prandelli - Se fai il bene lo riavrai indietro. Se sei generoso, sarai ricompensato. Questo vale anche per il calcio, e io non ho mai smesso di credere che il gioco sano e pulito, generoso, alla fine renda. Lo dico sempre ai ragazzi che arrivano al professionismo, siate generosi con il mondo. Non perdetevi mai di vista, ricordatevi chi siete e da dove venite”.
Un bel messaggio da parte del CT della nazionale azzurra, in una stagione che sarà ricordata per il calcio scommesse, per le partite truccate, per i tanti tifosi che – nonostante la crisi – continuano a spendere i loro risparmi per comprare un abbonamento, un biglietto di curva, per essere lì sugli spalti a sostenere la propria squadra mentre “qualcuno” in campo sa già quale sarà il risultato finale. Un messaggio educativo quello di Cesare Prandelli che ha introdotto in nazionale ormai da tempo anche un codice etico per gli atleti. Di personaggi come Prandelli il mondo del calcio ne ha davvero fame. Fame di valori dai quali oggi non si può più prescindere. Perché quello di cui c’è bisogno adesso è proprio di un “calcio che fa bene”. E allora evviva Prandelli, evviva lo sport che sa di “buono”.
Attualità/ARTICOLO
“Il calcio fa bene”: Prandelli in un libro
Dai campi dell'oratorio al "club" azzurro

Cesare Prandelli