Due pazienti con ictus acuto, un uomo di 33 anni di Arezzo e uno di 68 anni di Grosseto, salvati grazie alla collaborazione tra gli ospedali di Siena, Arezzo e Grosseto. La settimana scorsa il lavoro di squadra messo in campo dai tre nosocomi ha permesso questo bel risultato. Con quale percorso? E' stato applicato il percorso “Drip and Ship” per il trattamento dell'ictus.
Si è cominciato con la terapia fibrinolitica sui due pazienti per via endovenosa nei rispettivi ospedali. Poi è scattato l'intervento del 118 con l'elisoccorso Pegaso, il trasporto alle Scotte di Siena e il successivo trattamento endovascolare di disostruzione meccanica delle arterie cerebrali nella sala angiografica Neurointerventistica, coordinata dalla dottoressa Sandra Bracco e, successivamente, trasferiti nella Stroke Unit, diretta dal professor Giuseppe Martini.
“In entrambi i casi – spiega Sandra Bracco - i colleghi dei rispettivi ospedali hanno prontamente avvertito i medici della NINT e della Stroke Unit dell'AOU Senese, avviando un percorso terapeutico multidisciplinare innovativo secondo le più evolute strategie, già attuate in altri Paesi Europei”.
Si è trattato di una vera lotta contro il tempo per gli stretti limiti derivanti dalla cosiddetta “finestra terapeutica” di 6 ore, entro la quale è possibile salvare il tessuto cerebrale prima che si instauri la perdita definitiva delle funzioni neurologiche.
“La particolare valenza di questo innovativo percorso dell’ictus - aggiunge Giuseppe Martini - deriva dall'eliminazione di possibili tempi morti nel trattamento in emergenza presso la struttura che accoglie il paziente, nell’immediata esecuzione dell'esame TC, nella pronta somministrazione del fibrinolitico e nel tempestivo intervento del 118 che, con le modalità più rapide possibili, trasporta il paziente al centro interventistico endovascolare di riferimento, mentre è ancora in corso la somministrazione del farmaco che dura sessanta minuti”.