Il Museo Stefano Bardini di Firenze dal 10 giugno al 23 ottobre ospiterà "Piaceri Sconosciuti" la prima personale italiana dell’artista britannico Glenn Brown. Il titolo della mostra è stato ispirato alla malinconia del primo disco dei Joy Division "Unknown Pleasure" realizzato dalla band nel 1979.
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“Credo che Firenze sia una delle città più difficili in cui fare una mostra di arte contemporanea - ha dichiarato l’artista - perché contiene la migliore arte del mondo, è scoraggiante esporre in un ambiente come questo, penso che cinque o dicei anni fa non avrei mai voluto fare una mostra qui ma adesso sono più vecchio, più arrogante e pazzo e sono felice di esporre in un museo come questo che ha bellissimi quadri e sculture di bronzo, duemila anni di storia dell’arte e io sto cercando di competere con il mio lavoro, è folle ma anche interessante".
La mostra di Glenn Brown al Museo Stefano Bardini comprende oltre una trentina di opere, tra cui dipinti, disegni e sculture, alcune delle quali realizzate appositamente per l'occasione ed esposte al pubblico per la prima volta. Prendendo spunto dalla storia dell’arte e dalla cultura popolare, Glenn Brown ha dato vita a un linguaggio artistico che sfida e trascende il tempo e le convenzioni pittoriche. Brown presenta una rilettura in chiave contemporanea di personaggi e paesaggi presi in prestito da altre opere vengono sottoposti a un lungo ed attento processo di rielaborazione attraverso il quale ognuno di essi è trasformato in una nuova immagine esuberante e ammaliante. Con le sue sofisticate composizioni, in cui diversi periodi storici e diverse correnti artistiche — quali il Rinascimento, l’Impressionismo, il Surrealismo — si vanno a fondere l’uno con l’altro, Brown crea uno spazio dove astratto e viscerale, razionale e irrazionale, bello e grottesco si confondono dando vita ad un vertiginoso amalgama di forme e riferimenti.
Nato ad Hexham, Inghilterra, Glenn Brown ha partecipato a numerose mostre collettive e personali. Tra le più recenti, ricordiamo la mostra Glenn Brown, Tate Liverpool, Inghilterra (2009, ospitata, in seguito, anche dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Italia e dal Museo Ludwig di Budapest fino al tutto il 2010); la mostra Conversation Piece V, Frans Hals Museum, Paesi Bassi (2013–14); la mostra Glenn Brown, Des Moines Art Center, Iowa (2016, ospitata, poi, dal Contemporary Arts Center di Cincinnati per il resto del 2017); la mostra Glenn Brown/Vincent Van Gogh, Fondation Vincent Van Gogh Arles, Francia (2016) e, più recentemente, la mostra Glenn Brown – Rembrandt; Afterlife, Rembrandt House Museum, Amsterdam (2017).
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