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Gucci concede le ferie matrimoniali anche alle coppie gay

L'azienda toscana non è la prima ad inserire la clausola nel contratto integrativo, hanno aperto alle coppie non etero anche Banca Intesa SanPaolo, Ikea, Citybank, Ge Oil & Gas e Telecom

/ Redazione
Lun 14 Marzo, 2016
Gucci Firenze

Permesso matrimoniale per le coppie gay prossimamente anche nel contratto integrativo della storica azienda di moda Gucci, fondata a Firenze nel 1921. A trattative ancora aperte sul rinnovo del patto aziendale, è stata l'Unione sindacale di base (Usb) ad annunciarlo. Gucci conferma d'aver manifestato "l'intenzione di estendere l'istituto delle ferie matrimoniali anche ai dipendenti che vivono rapporti di coppia con persone dello stesso sesso e contraggono matrimonio all'estero".

Non è la prima azienda in Italia ad intraprendere questa strada, che il sindacato definisce "virtuosa". Negli ultimi anni, pur di fronte ad un vuoto legislativo che solo con l'approvazione definitiva della legge sulle unioni civili sarà colmato, altre imprese private, grandi e medie, hanno riconosciuto la parità tra coppie etero e omosessuali, in tema di permesso matrimoniale. "Si tratta di un'apertura importante in un momento nel quale il tema è molto dibattuto nel Paese - plaude Francesco Iacovone, sindacalista dell'esecutivo nazionale Usb lavoro privato commentando la disponibilità dell'azienda di moda - siamo contenti che Gucci abbia deciso di assumere una posizione così virtuosa: finalmente si supera la disparità di trattamento delle coppie, almeno sulle ferie matrimoniali".

Dice la sua, in una nota, anche il celebre brand fiorentino: "Il confronto, sebbene ancora in corso nell'ambito del rinnovo complessivo del contratto integrativo, è un'ulteriore conferma dello spirito di inclusione e modernità del marchio fiorentino". L'integrativo di Gucci riguarda centinaia di dipendenti in Italia (il marchio ha realizzato nel 2015 vendite pari a 3,9 miliardi di euro, in crescita dell'11,5%; circa 500 negozi diretti nel mondo; ha oltre 10.000 dipendenti diretti nel mondo, dei quali circa 2.000 in Italia, tra corporate e rete negozi).

Nel 2014 è stata Banca Intesa SanPaolo a spalancare le porte della parità in azienda riconoscendo che tutti gli sposi, senza far differenza tra coppie etero od omosessuali, hanno diritto al congedo matrimoniale. Già all'epoca, tuttavia, questo non era il primo esempio nel settore privato in Italia. Da tempo, come aveva ricordato in occasione dell'accordo in Banca Intesa il presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani, questa prassi è seguita in multinazionali come Ikea e Citybank, ma accordi simili erano già stati firmati anche in aziende italiane tra cui Telecom. Altri esempi sono Dhl e la Coop Adriatica. Tra le più recenti iniziative in importanti aziende private, in questo caso una multinazionale, c'è il programma avviato da Ge Oil&Gas nel novembre dell'anno scorso che ha persino esteso la platea di diritti per i propri dipendenti, senza alcuna distinzione di genere, di orientamento sessuale o di modalità di convivenza scelta.