"Un'opportunità di promozione legata alle profonde radici storiche di questo territorio", così il sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani ha commentato la candidatura di Lamole a paesaggio storico d'Italia.
Lamole è il piccolo borgo nel territorio grevigiano dove i romani furono i primi ad avviare le coltivazioni ad alta quota: produttori, cittadini e Comune sostengono oggi la candidatura che si lega ad una ricerca storica condotta dalle aziende vitivinicole riunite sotto l'associazione presieduta da Susanna Srassi.
Quindi a scoprire le potenzialità produttive di Lamole e della vicina Casole furono proprio i Romani che portarono in altura le coltivazioni della vite e dell’olivo individuando nella posizione, nella perfetta esposizione ed insolazione, nelle caratteristiche di un anfiteatro naturale protetto a nord dal Monte San Michele e rivolto al mar Tirreno, il luogo ideale per le attività agricole. Nel Medioevo, la produzione assunse un’importanza ancora maggiore tanto che Lamole venne protetta da un Castello eretto dalla famiglia fiorentina Gherardini nel 1350 e di cui rimangono ancora numerose tracce.
La sua viticoltura di qualità eseguita tradizionalmente su terrazzi, era rinomata sin dal Medioevo e venne proseguita nei secoli successivi ed ancora nell’Ottocento, Lamole infatti veniva indicata da pubblicazioni dell’epoca come una delle “culle” del Chianti di qualità.