Il regista pratese Giovanni Veronesi, noto per le sue sceneggiature scritte per i più noti film di Francesco Nuti e Leonardo Pieraccioni, e per aver firmato opere apprezzate dal pubblico, come Viola bacia tutti, L'ultima ruota del carro, e i tre capitoli di Manuale d'amore, è tornato dietro la macchina da presa per realizzare Non è un paese per giovani.
Dopo l'anteprima pratese, Giovanni Veronesi presenterà il film al cinema Fiamma di Firenze (via Pacinotti), giovedì 23 marzo (ore 20.30) per raccontare al pubblico come è nata e come si è sviluppata l'idea questa sua nuova opera.
Realizzato con un cast che vede protagonisti Filippo Schicchitano, Giovanni Anzaldo, Sara Serraiocco, Sergio Rubini e Nino Frassica, il film racconta di due ventenni:
Sandro, dal carattere gentile, a tratti insicuro, che vorrebbe diventare scrittore e Luciano, brillante ed estroverso, ma con un temperamento a volte ombroso.
I due si incontrano al ristorante dove entrambi lavorano come camerieri e scoprono di condividere un pensiero: l'Italia non offre alcuna prospettiva ai giovani degna di questo nome. Insieme partono in cerca di futuro a Cuba, dove dopo la morte di Fidel Castro, ci sono state aperture che fanno intravedere nuove prospettive imprenditoriali, con il progetto di aprire un ristorante italiano che offra ai clienti il wi-fi, cosa ancora rara sull'isola.
Ma una volta arrivati a Cuba incontreranno Nora, la ragazza del destino, che li farà perdere, o piuttosto ritrovare, grazie ad una nuova consapevolezza sul senso della vita. Tra avventure, incontri e addii, il film Non è un paese per giovani racconta le vicissitudini delle nuove generazioni nel nostro paese.
Il film nasce dopo il successo dell'omonima trasmissione radiofonica, andata in onda su Radio Rai 2, che Giovanni Veronesi ha condotto con Massimo Cervelli, incentrata proprio sull'ascolto di esperienze di giovani che scelgono i fare fortura all'estero, di cosiddetti "cervelli in fuga". " La trasmissione radiofonica - ha dichiarto il regista - è stata un’esperienza magnifica, perché alla radio dico veramente quello che penso. Le vocine che ho ascoltato e che venivano da tutte e parti del mondo mi hanno rivelato che sono andate via dall’Italia non per fare esperienze all’estero, ma perché questo paese le ha espulse come delle ernie".