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Nuovo appuntamento con le lezioni a due voci dal Consiglio Regionale. "Generazioni alla prova" il tema della giornata curata da Chiara Saraceno  e Marco De Nicolò e coordinata dal giornalista Alberto Severi

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
l’Italia chiamò
Domenica 13 novembre la lezione a due voci dedicata all'Unità d'Italia tratterà il tema "Giovani e No: Generazioni alla prova -  La ‘colpa’ della gioventù".

Dalle 10.30 nel Salone delle Feste di Palazzo Bastogi a Firenze (via Cavour, 18) Alberto Severi coordina l'incontro con Chiara Saraceno del Wissenschaftszentrum für Sozialforschung di Berlino e Marco De Nicolò dell'Università di Cassino.



Il Risorgimento e l’Unità d’Italia? Come tutti i processi politici “rivoluzionari” li hanno fatti i giovani: gli studenti andati a morire sui campi di battaglia a Curtatone, i volontari garibaldini partiti per la spedizione dei Mille, gli ingenui ragazzi mazziniani immolatisi nella sfortunata impresa di Sapri. Lo stesso primo re d’Italia, all’epoca dell’incoronazione, aveva 41 anni. Ma certo gli altri – i “tessitori” e i “condottieri”, gli “apostoli” e i “baroni di ferro” (insomma Cavour, Garibaldi, Mazzini, Ricasoli) – erano nati tutti nella prima decade del secolo. E anche in seguito, ad onta delle ricorrenti retoriche sulla “giovinezza primavera di bellezza”, l’Italia è stata spesso, e rischia di esserlo sicuramente oggi, “un Paese per vecchi”.

Curiosamente, nel giro di pochi anni, si è passati dalle lamentazioni retrograde sull’espulsione dell’anziano dai processi produttivi e la sua perdita di prestigio rispetto alla “vecchia società patriarcale contadina”, all’individuazione di un sistema di potere gerontocratico, di un mancato ricambio generazionale nelle classi dirigenti, di un mercato del lavoro bloccato e refrattario ai nuovi ingressi, di tutele sindacali e pensionistiche sbilanciate sulla difesa dei diritti acquisiti. E nel potenziale conflitto di generazioni, ecco sbocciare la polemica sui giovani italiani “bamboccioni”, privi di iniziativa e tutto sommato, al di là del vittimismo di facciata, ben lieti di rimandare sine die assunzione di impegni e responsabilità sociali, protetti dall’alveo della famiglia. Chi ha ragione?

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti. È possibile seguire le lezioni in diretta web collegandosi anche ai siti www.intoscana.it e www.consiglio.regione.toscana.it.

Per informazioni, domande e suggerimenti:
centocinquantesimo@consiglio.regione.toscana.it

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