Quanti anni dimostrano i nostri vasi sanguigni? Un team dell'Università di Firenze ha studiato uno strumento non invasivo per valutare l’invecchiamento dei vasi nella circolazione periferica. Lo ha messo a punto e lo ha presentato sulla rivista scientifica Transaction of Biomedical Engineering il gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione guidato da Leonardo Bocchi, docente di Bioingegneria elettronica e informatica. Potrà facilitare la valutazione dell’invecchiamento precoce dei vasi, che si associa a malattie o a stili di vita non salutari.
Il team, composto da Michele Sorelli e Antonia Perrella, si è occupato dell’invecchiamento vascolare, problema che si accompagna a un progressivo irrigidimento delle arterie e un’alterazione delle pareti dei vasi sanguigni e rappresenta un fattore indipendente che contribuisce allo sviluppo di malattie cardiovascolari ma può anche essere associato ad altre condizioni cliniche.
I ricercatori hanno osservato la velocità del sangue grazie a un flussimetro Laser Doppler puntato sull’alluce, per ottenere il segnale del flusso miscrovascolare prodotto dal battito cardiaco nei capillari della pelle. Un algoritmo ha poi tradotto le forme del flusso in due profili, ‘young’ e ‘old’.
“Appoggiando il flussimetro sulla punta del dito per circa 30 secondi – spiega Bocchi – si ottiene un’onda che può assumere una forma più dolce, che abbiamo identificato come ‘young’, oppure caratterizzata da rimbalzi più netti, ‘old’, che può essere associata a un indurimento dei vasi”. La metodologia della ricerca – finanziata dalla Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze – si è dimostrata in grado di rilevare le modifiche strutturali legate all’indurimento dell’albero vascolare e potrà essere il punto di partenza per determinare l’esistenza di un invecchiamento precoce, legato ad esempio all’abitudine di fumare o a malattie come il diabete.