Il bilancio 2009 si conferma pesantemente negativo in tutti i settori produttivi e in tutte le province toscane con numeri a due cifre accompagnati dal segno meno. Questo il quadro elaborato da Unioncamere Toscana per la Giornata dell’economia, presentato oggi.
L’industria toscana registra un andamento in forte caduta nei territori di Firenze (-20,1% la produzione ed il fatturato), Pisa (-19,7% la produzione, -19,6% il fatturato), Prato (-18,2% e -19,2%), Massa Carrara (-18,9% e -18,8%).
Con riferimento alle imprese artigiane, situazioni di crisi di forte intensità si verificano in ben metà delle province toscane, con le maggiori punte negative in provincia di Pistoia (-18,1% il fatturato), seguita ancora una volta da Pisa e Firenze (-17,1%).
“Dopo le difficoltà del 2009, le previsioni elaborate da Unioncamere e Prometeia e diffuse per la Giornata dell’Economia” -sottolinea Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana- evidenziano una progressiva ripresa del valore aggiunto regionale a partire dall’anno in corso, con un incremento medio del +1,7% nel biennio 2010-2011. Più moderato ed in ritardo rispetto al recupero della produzione è invece l’andamento previsto per l’occupazione (+0,4%).”
“Un segnale positivo per le prospettive della nostra economia -continua Pacini- arriva dal rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, che tenderà a crescere nel biennio 2010-2011, passando al 25,9% dal 25,1% del biennio 2007-2009: un indicatore che evidenzia il ruolo decisivo rivestito dalla domanda estera come principale motore della ripresa, ma che al tempo stesso rimanda a condizioni di contesto su cui pesano ancora notevoli incertezze”.
La crisi attualmente attraversata è stata del resto innescata proprio dalla forte contrazione della domanda mondiale, con forti ripercussioni sulle esportazioni delle province toscane: nel corso del biennio 2008-2009, i dati evidenziano che la Toscana ha perso il 13,2% del proprio export, con punte in negativo a Pistoia (-28,4%), a Pisa (-26,1%), a Siena (-23,7%) e a Prato (-20,2%).
È una crisi che, inoltre, genera crescenti difficoltà anche sul fronte della liquidità e solvibilità delle imprese. Con riferimento al mercato del credito, ad esempio, nei primi nove mesi del 2009 il rapporto tra sofferenze e impieghi è passato a livello regionale al 3,7%, contro il 2,7% del 2008: si tratta del valore più elevato registrato in Toscana dal 2001, e che colloca la regione su livelli più elevati rispetto alla media nazionale (3,4%). Arezzo mostra una quota particolarmente elevata di tale rapporto (5,8%, in crescita di 1,7 punti percentuali rispetto alla media del 2008), seguita da Prato (5,6% e 2 punti percentuali di aumento), Pistoia (5,6% e +1,3 punti percentuali) e Massa Carrara (4,7% e +1,4 punti percentuali).
Alla fine del 2009, comunque, la Toscana restava su livelli del pil pro-capite superiori del 9,8% rispetto alla media nazionale (Toscana 27.739 euro, Italia 25.263), anche se inferiori rispetto alle regioni del Nord (Nord-Ovest 30.259, Nord-Est 29.764). Firenze è la provincia toscana con il più elevato valore di tale indicatore (circa 30 mila euro nel 2009), seguita a distanza ravvicinata da Lucca (29.631 euro).
Sopra la media regionale anche le province di Pisa (con un PIL pro-capite di 27.845 euro), Prato (27.813mila) e Siena (27.353 mila). In termini comparati, si rivela assai negativa la dinamica del PIL pro-capite di due tipiche province distrettuali: Prato, al 32° posto nel 2009 nella graduatoria delle province italiane, perde infatti 19 posizioni rispetto al 1995, mentre Arezzo (26.069 euro), in 50a posizione nel 2009, perde 10 posizioni.