Salvare alcune specie animali in via d'estinzione è possibile grazie al lavoro dei ricercatori. Anche l'Univeristà di Pisa è impegnata in questo campo, con la dottoressa Monica Guerrini e il professore Filippo Barbanera. I due ricercatori infatti da anni svolgono studi di genetica della conservazione ed evoluzione molecolare di vertebrati e l’ultimo ‘caso’ di cui si sono occupati è quello della lontra dal pelo liscio, uno studio pubblicato anche su “Scientific Reports”, una rivista del gruppo “Nature”.
L'animale è considerato specie vulnerabile dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources: la lontra dal pelo liscio è distribuita dall’Iraq al Borneo ed in declino demografico in molte parti del suo areale. In Iraq ad esempio, questo mammifero è così raro che non esistono fotografie di individui in natura dal 1956.
“La lontra dal pelo liscio è un predatore all’apice della catena alimentare delle paludi di acqua dolce in cui vive; si tratta, pertanto, di una sorta di sentinella ambientale, una specie molto sensibile alla presenza di inquinamento ed al disturbo di origine antropica nell’ecosistema”, ha spiegato Barbanera.
“Attraverso le analisi del DNA antico e moderno, abbiamo ricostruito la struttura genetica delle popolazioni di lontra dal pelo liscio ed i loro rapporti evolutivi anche con altre specie di lontra presenti in Asia traendo importanti indicazioni per la gestione di questo mammifero”, ha specificato Monica Guerrini.
Il lavoro sul campo in Iraq è stato condotto con il sostegno dell’IUCN Otter Specialist Group ed in stretta collaborazione con ricercatori dell’Università di Baghdad sia nelle paludi della Mesopotamia che delle aree montagnose del Kurdistan, dove recentemente la lontra dal pelo liscio era stata segnalata. Successivamente, lo studio si è esteso a tutto l’areale della specie in collaborazione con ricercatori dell’India, del Pakistan e di Singapore. I campioni raccolti in natura sono stati integrati con quelli ottenuti da lontre conservate nelle collezioni dei musei di storia naturale di Vienna, Parigi, Copenaghen, Washington e Chicago e da esemplari mantenuti in cattività in strutture di Regno Unito, Svizzera, Repubblica Ceca, Bangladesh, Laos, Cambogia ed Australia.
La ricerca, in corso da poco più di tre anni, è stata finanziata dal National Geographic Society Conservation Trust e, recentemente, anche dall’Università di Pisa nell’ambito dei PRA 2016 con il progetto “Risposte adattative all’impatto antropico in specie a rischio di estinzione” coordinato dal professore Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia.
Lo studio proseguirà con il monitoraggio delle paludi al confine tra Iraq ed Iran e la ricerca della specie in Kurdistan.