Gaetano Pesce l’artista, il designer, l'architetto, il creatore di icone della nostra epoca come la celebre sedia Up approda al Museo Novecento in piazza Santa Maria Novella a Firenze con una grande mostra. Fin dalla fine degli anni ’60 l'artista ha messo al centro della propria ricerca interdisciplinare proprio l'universo femminile e, collegando in questa sua intuizione gli aspetti più profondi e arcaici dell’essere donna (il femminino) alla realtà sociale, politica ed economica del nostro tempo. Gaetano Pesce è presente in tutti i più prestigiosi musei del mondo come il MoMA, il Metropolitan Museum, il Vitra Museum, il Louvre, il Centre Pompidou e il MAXXI di Roma.
Nel Museo Novecento, il percorso espositivo si snoda tra le nuove sale espositive e la cappella interna, in un’esposizione dalla doppia valenza: performativa e antologica. Con circa venti disegni, di cui moltissimi inediti, viene ad essere rappresentata l’evoluzione, dagli anni Sessanta ad oggi, di quella che è stata la tematica fondamentale di uno dei più grandi interpreti dell’arte e dell’architettura contemporanea: quella della donna come centro del mondo, e del femminino come forza creativa assoluta. Ogni sala costituirà un’installazione multisensoriale che comunica attraverso odori, sostanze liquide, suoni, elementi vari, la difficoltà di essere donna in un mondo ancora dominato dalla omogenea e conservativa natura maschile.
Al centro della sala maggiore viene esposta una Up rivestita di abiti femminili, tutti diversi per forma e colore, una scultura monumentale che giganteggia nello spazio, inneggiando alle donne, al valore della differenza, al rispetto del corpo femminile e della sua multiforme sensibilità. La grande Up vestita è circondata infatti da sei Up galeotte, ognuna delle quali incatenata a una palla di ferro, simbolo inequivocabile di schiavitù e di limitazione della libertà.
La mostra coinvolge il visitatore in un viaggio emotivo e sensoriale sviluppato senza retorica ma con poetico, crudo espressionismo. L’evento ha quindi un carattere esemplare in quanto avviene in una città che ha fondato i canoni della bellezza universale a partire dal maschile, centro dell’universo, esaltando la corporeità virile come tempio di virtù e di coraggio, di forza e di divino ingegno.
Inoltre in piazza Santa Maria Novella in relazione con la magnifica facciata della basilica progettata da Leon Battista Alberti, Pesce espone una scultura inedita, concepita per lo spazio pubblico, in relazione con il contesto storico-artistico e religioso. Si tratta della Maestà Tradita una monumentale figura di donna, avvolta in un lungo mantello, una sorta di archetipo ispirato alla “Maestà” cristiana. La Maestà tradita è seduta su un trono che a sua volta appoggia su un alto piedistallo. La figura di regina e madre si presenta però con segni di inequivocabile sofferenza. Il suo mantello è anche corpo, corpo tutto nudo, di nuda pelle. Ma anche corpo scorticato e flagellato, nuda carne esposta e segnata da prepotenza e violenza, sia fisica sia verbale. La scultura vuole essere un monumento alla ‘liberazione’ femminile e del femminile, testo di accusa e manifesto di una nuova civiltà, condanna per un mondo maschile che continua a tradire, offendere e violentare la sacralità del corpo femminile, costringendo la donna a sopportare esperienze di mercificazione, manipolazione ed emarginazione insopportabile, la pena mai sopita di “essere donna”.
Per informazioni:
http://www.museodelnovecento.org/
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