La riproduzione dell'Arco di Palmira, distrutto dall'Isis nel 2015, è in Piazza della Signoria a ricordare al mondo intero - durante il vertice internazionale del G7 di Firenze- che il patrimonio culturale mondiale non solo va preservato e curato ma anche "protetto". "Non avremmo mai immaginato di vivere questi problemi - ha spiegato il ministro italiano dei Beni Culturali Dario Franceschini - con un patrimonio che non è minacciato come fu nelle guerre mondiali ma è colpito da terroristi perché simbolo di culture diverse".
Franceschini - dal Salone dei Cinquecento - è tornato poi anche sulla due giorni del G7 ricordando che "si è fatto un lavoro di diverse settimane e la dichiarazione firmata ieri (la Dichiarazione di Firenze n.d.r) introduce elementi importanti per la tutela del patrimonio". Il ministro ha anche annunciato la collaborazione comune con l'Unesco. "Stiamo già operando in Iraq - ha detto Franceschini -ma in altre aree, come a Palmira, bisogna aspettare situazioni di sicurezza".
Il sindaco di Firenze Dario Nardella, aprendo i lavori in Palazzo Vecchio ha auspicato che "il G7 segni un cambio di passo nel ruolo che i beni culturali occupano nelle agende internazionali. Troppo spesso si parla di temi economici dimenticando che ogni nucleo di questi temi è sempre culturale: solo una rivoluzione culturale può portare alla crescita sostenibile.
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Al centro del dibattito internazionale anche la protezione del patrimonio culturale colpito, non solo dal terrorismo ma anche delle calamità. Un tema toccato dallo storico dell'arte e sindaco di uno dei comuni terremotati del Centro Italia, Matelica. "Non sono qui per chiedere aiuto - ha detto il primo cittadino Alessandro Delpriori - anche se certo di soldi ne serviranno tanti per ricostruire, ma a chiedervi di non dimenticarci, di starci vicino. Rimettiamo in piedi una chiesa, salviamo gli affreschi e i rosoni, e restituiamo alle persone un luogo dove riconoscersi come comunità. Allora sapremo come ricostruire le nostre vite e il nostro futuro. Il sindaco ha aggiunto che "recuperare il patrimonio artistico e culturale significa recuperare la nostra identità; significa rimettere in piedi il nesso tra territorio e passato per guardare al futuro. Le terre colpite dal terremoto nell'Italia Centrale sono le terre di San Francesco d'Assisi, di Benedetto da Norcia, di Giacomo Leopardi, di Enrico Mattei. Vogliamo ricostruire conservando la nostra identità. Solo così ci sarà un futuro per le nostre terre. Non ci dimenticate, state vicini a noi".