Se generazioni di giovani italiani sono cresciute accompagnate dalle immagini di film e telefilm americani - di grande spessore, ma anche di bassa qualità, vista la gran quantità di prodotti di ogni tipo che dagli Usa hanno invaso i nostri schermi, piccoli o grandi che fossero - da oggi possiamo sperare che i giovani americani, e il pubblico internazionale, conoscano più da vicino la storia di Firenze, o almeno che si appassionino ad essa andando a sfogliare qualche libro che la racconta.
Due produzioni internazionali sono state presentate a Firenze nel giro di pochissimi giorni, entrambe ispirate alla tradizione fiorentina. L'8 ottobre red carpet per il film Inferno, di Ron Howard, proprio quel Ron Howard che negli anni '80 guardavamo ogni sera in Happy Days, il telefilm che ci faceva vedere la vita patinata dei giovani della provincia americana, tra hamburger e drive in, e che adesso ricambia, e si rivolge al pubblico di casa sua per dire "guardate quanta storia ha Firenze e quanto è bella l'Italia". Un thriller con le star Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan e Omar Sy, tratto dall'omonimo libro di Dan Brown, che a sua volta prende spunto dall'Inferno di Dante per arrivare all'attualità, al problema mondiale della sovrappopolazione, e al fantasy, con le teorie di uno scienziato folle che pensa di "purificare" il mondo diffondendo di nuovo la peste. Una storia fantastica che attinge alla Commedia dantesca, e alla raffigurazione che di essa fece il Botticelli e che immortala Firenze nelle location più belle come Palazzo Vecchio, giardino di Boboli, corridoio Vasariano, in un melange di Medioevo e Rinascimento sulle tracce delle indagini del prof. Langdom. Un vero percorso alla conoscenza dei luoghi storici di Firenze non c'è, ma uno dei meriti del film è senz'altro quello di avvicinare il pubblico internazionale a opere e monumenti di casa nostra di cui forse ignorava l'esistenza.
Dopo Inferno, il 14 ottobre, la presentazione, sempre nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, della fiction I Medici. Anche in questo caso una produzione internazionale, targata Rai e Lux Vide ma destinata al pubblico mondiale, girata in lingua inglese con protagonista Dustin Hoffman, Richard Madden, Guido Caprino, Alessandro Preziosi, Miriam Leoni, Suart Martin, Annabel Scholey, Alessandro Sperduti, Steven Waddington. Al centro della storia la dinastia Medici, una delle famiglie più importanti in Europa a partire dal Rinascimento, grazie alla fortuna ottenuta come commercianti, banchieri e politici lungimiranti. Si legge nella presentazione del film "il Papa stabilì che il tipo di servizio bancario praticato dai Medici non costituiva “usura”, che fino a quel momento era stata considerata un peccato. Ciò portò radicali cambiamenti. Per la prima volta, una generazione di giovani in possesso di idee e ambizione poteva aver accesso a un capitale e questo significava poter sperare di costruire delle vite migliori per sé e per le proprie famiglie. Era l’inizio del mondo moderno, il mondo che oggi noi tutti conosciamo". Può darsi quindi che gli ideatori, Nicholas Meyer e Frank Spotnitz abbiano letto nella storia dell'antica famiglia fiorentina l'inizio del moderno capitalismo, che oggi è nel Dna degli Usa, e che sia questo ciò che interessa loro comunicare al pubblico.
Sta di fatto che la fiction è ben realizzata, diretta da Sergio Mimica-Gezzan, assistente alla regia di Steven Spielberg per i suoi più bei film, a cui non manca certo il mestiere. Andrà in onda in 8 puntate a partire dal 18 ottobre su Rai Uno. La produttrice Matilde Bernabei di Lux Vide annuncia in conferenza stampa che il prodotto è già stato venduto praticamente in tutta Europa, Asia, Nuova Zelanda, Australia e che sta chiudendo l'accordo con gli Stati Uniti e Canada. La fiction si incentra sul mistero della morte del capostipite, Giovanni di Bicci de' Medici, padre di Cosimo e Lorenzo, e dell'ascesa economica e di potere a Firenze e nel mondo di Cosimo, che poi sarà chiamato Il Vecchio. Il plot è un dramma familiare, un film storico, un thriller che indaga sulla improvvisa scomparsa di Giovanni. Anche in questo caso, la documentazione storica lascia il posto ad una raffigurazione fantasiosa di luoghi e accadimenti, che dalle gesta della famiglia Medici prende lo spunto. Ma ancora una volta la fiction ispirerà il pubblico internazionale ad interessarsi alla storia di Firenze.
Un vanto della produzione Rai, tra l'altro, è anche quello di aver girato buona parte delle scene nei luoghi reali dove vissero i Medici, senza "delocalizzare", cosa che rende la produzione più complicata ma anche più aderente alla realtà: lo sa bene la Toscana Film Commission, che per le riprese in piazza del Duomo, nel centro storico di Firenze e nelle altre cittadine toscane coinvolte (Montepulciano, Pienza, Bagno Vignoni) ha dovuto mettersi al lavoro per le autorizzazioni a girare, a volte non semplicissime.
Il ritorno economico e d'immagine che deriverà da queste due produzioni internazionali è assicurato: sfruttarlo in modo positivo, per evitare che Firenze diventi una sorta di parco divertimenti a tema, ad uso e consumo di un turismo di massa, adesso è compito degli amministratori locali e degli operatori del settore.