Cultura/ARTICOLO

Firenze si riscopre città ribelle nella Guida di Riccardo Michelucci

Dopo Parigi, Roma, Barcellona e Venezia esce per la casa editrice Voland la 'Guida alla Firenze ribelle' tanti itinerari per ritrovare la vera dark side fiorentina

/ Costanza Baldini
Mar 20 Settembre, 2016
Guida alla Firenze ribelle
Firenze: fucina di rivoluzionari o Disneyland del Rinascimento? Città precorritrice di idee rivoluzionarie o sonnolenta città di provincia? Siamo andati a chiederlo a Riccardo Michelucci che nella sua Guida alla Firenze ribelle traccia alcuni itinerari che ci raccontano alcune le storie che hanno caratterizzato l'anima di Firenze. Si va dal celebre Girolamo Savonarola bruciato in piazza della Signoria per le sue idee anticonformiste invise ai Medici, al cardinale Elia dalla Costa che chiuse le porte di tutte le chiese di Firenze durante il passaggio di Hitler a Firenze, dal pacifico Social Forum del 2002 alla Venere biomeccanica, da Carlo Monni a Tiziano Terzani, da Controradio una delle prime radio 'libere' ai martiri di Radio Cora e tantissime altre storie meno note tutte da riscoprire.

Com'è nata l'idea di scrivere un libro sulla Firenze ribelle?
È nata qualche anno fa, quando un amico scrittore mi regalò la "Guida alla Roma ribelle" che Voland aveva appena mandato in libreria. Mi disse: ci vorrebbe un libro così anche per Firenze, perché non provi a farlo tu? Raccolsi la sfida al volo anche perché mi sembrava opportuno che anche Firenze fosse inquadrata sotto quel punto di vista, e dunque sottratta a quel ruolo di 'capitale del giglio magico' che i giornali cominciavano ad affibbiarle.

Spiegami cosa significano le icone che hai scelto di mettere sulla copertina del libro
Per la verità non le ho scelte io ma il grafico della casa editrice, sulla falsariga di quelle utilizzate per le altre città già declinate come 'ribelli' (Parigi, Barcellona, Roma e Venezia). Rappresentano i simboli stilizzati della città, o perlomeno quelli che la rendono famosa nel mondo. Se li avessi scelti io avrei messo anche Dante Alighieri, magari al posto del cappuccio del boia in fondo a destra.
 
Che fonti hai usato per scovare queste storie di ribellione fiorentine?
La prima fonte è stata la mia esperienza personale di fiorentino che ha sempre vissuto nella sua città nonché di giornalista che per anni ha seguito la cronaca e la politica cittadina. Dunque un universo di vissuto, di conoscenze - di amicizie, in alcuni casi - e di storie che ho sentito 'mie' e che ho voluto in qualche modo provare a raccontare, camminando per le strade, le piazze, i quartieri. Alzando lo sguardo alla ricerca di lapidi, targhe e qualsiasi altra forma di memoria 'fisica'. Poi il confronto e il consiglio di tante persone che sono state a modo loro protagoniste di questa storia, di una storia di dissenso costruttivo, di lotte per un ideale, un'utopia. Infine, soprattutto per le vicende e i personaggi più lontani nel tempo, un inevitabile e massiccio studio delle fonti secondarie, in primo luogo i libri letti, consumati, o anche solo consultati in quell'inesauribile miniera di sapere che è la nostra biblioteca nazionale centrale.

Racconti tante storie ma ce n'è una che non conoscevi e che ti ha stupito?
Questo libro è stato un work in progress fino all'ultimo giorno, che in un certo senso continua ancora oggi, perché una volta stampato mi sono reso conto che avrei potuto includere altre storie e altri personaggi. Molte storie le avevo in mente fin dall'inizio, altre - la maggior parte - sono venute fuori col tempo, a volte per caso. Molte non le conoscevo proprio. Tra quelle che mi hanno colpito di più c'è quella della clinica degli aborti clandestini a Porta Romana, risalente a un'epoca in cui l'interruzione di gravidanza era ancora illegale, quella del comico Giulio Ginanni, che fu ucciso dai fascisti, ma anche la 'rilettura' in chiave ribelle di alcuni personaggi famosissimi, penso in primo luogo a Girolamo Savonarola.

Addirittura nella borghese Firenze sarebbe nato il primo locale gay d'Italia, è vera questa storia?
Sì, si tratta del mitico Tabasco, che nacque esattamente 40 anni fa in piazza S. Cecilia, dietro piazza della Signoria. Fu una felice intuizione di un pioniere del settore, Marcello Salvietti, che ebbe un'idea assolutamente trasgressiva in un'epoca nella quale la trasgressione non era 'di moda' ed essere gay era tutt'altro che semplice.

Firenze è senza dubbio una città con un pronunciato senso civico, qui c'è stato il social forum del 2002, la Toscana è stata una delle prime ad abolire la pena di morte nella storia. Ma tu la definiresti ribelle? Firenze un po' addormentata che riposa sugli allori dell'anche troppo citato Rinascimento è una città ribelle?
Firenze è senz'altro una città con una storia e un'anima più evidente 'ribelle' di altre grandi città italiane - penso a Roma, ad esempio. Ma anche un luogo di profonde contraddizioni, una città 'bifronte', come l'ha descritta molto bene Ornella De Zordo nella postfazione della Guida. Cioè una città da un lato assai conformista, vicina al potere e agli interessi privati anche a discapito degli interessi pubblici. Dall'altro cova ancora sotto traccia un'anima insofferente capace di esprimere solidarietà, tolleranza, progresso e di farsi promotrice di una critica costruttiva nei confronti della società che a mio avviso la rende unica e bellissima, non solo per le sue opere d'arte e i suoi monumenti.

Guida alla Firenze ribelle, Riccardo Michelucci, Voland.

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