La scena si apre su una calda notte di fine luglio del '44. Alle Cascine di Firenze, sul greto dell'Arno, 17 uomini vengono fucilati per l'assurda volontà omicida del fascismo. I loro corpi spariscono nel nulla, diventano “desaparecidos”. Finisce la guerra. L'Italia s'icammina verso una vigorosa ripresa economica. La memoria di quegli uomini comincia a sbiadire fino a quando, dodici anni dopo, ne vengono ritrovati i resti.
Questa è la storia che viene raccontata in “Fucilati alle Cascine”, il libro di Franco Quercioli e Antonio Bernardini pubblicato da AnpiOltrarno, che verrà presentato questo mercoledì 16 aprile, alle ore 17, alla biblioteca dell'Isolotto.
Son passati settant'anni dalla Liberazione di Firenze. Il 1944 è un anno carico di grandi eventi della Storia che s'intrecciano con quelli della città e dei quartieri. Il relitto del ventennio fascista stava per essere buttato a mare, ma furono numerosi i neri colpi di coda fatti di violenze e stragi a danno della popolazione.
La storia dei fucilati alle Cascine è una di queste. E fa una rivelazione. Gli uomini messi in fila per essere uccisi non erano tutti patrioti e partigiani. C'erano anche 4 ragazzi romani che facevano parte di un battaglione della Repubblica Sociale Italiana che rastrellava i partigiani. Forse erano dei disertori catturati a Firenze, vicino alla Stazione di Santa Maria Novella, mentre cercavano di prendere un treno per Roma. Si ricorda che tra i partigiani uccisi ci fu anche un prete, don Elio Monari.
L'incontro di mercoledì rientra in una rassegna alla biblioteca dell'Isolotto dal titolo “Firenze 1944: Storie Partigiane” che si conclude mercoledì 23 aprile quando si parlerà di "Soffiano, la terrazza dei partigiani" a cura dell'SMS di Soffiano.