Nata in Francia nel 1926, Vivian Maier si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti negli anni '30. Dopo aver lavorato fin da giovanissima come commessa, si trasferisce a Chicago e già negli anni '40 diventa una tata di professione. E' una donna anticonformista, socialista, solitaria, che scatta fotografie continuamente. E' così che la descrivono le tre persone che la aiutano a sbarcare il lunario negli ultimi anni della sua vita: sono i tre uomini che lei stessa ha accudito negli anni '60 quando erano piccoli. Vivian Maier muore nel 2010 lasciando dietro di sé un solo tesoro: le migliaia di scatti realizzati proprio a Chicago. John Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per lavoro, sta cercando foto su Chicago per realizzarne un libro e si imbatte nella cassa di negativi realizzati da Vivian Maier.
E' da questa scoperta che nasce l'incredibile film Finding Vivian Maier, in programmazione a Firenze allo Spazio Alfieri (Via dell'Ulivo, 6) fino al 23 aprile, grazie alla rassegna CinemAdHoc di Quelli della Compagnia FST e Festival dei Popoli. Il film di John Maloof e Charlie Siskel, distribuito da Feltrinelli Real Cinema, racconta proprio la storia di Vivian Maier, una delle principali fotografe del XX secolo, misconosciuta fino al 2010 e oggi al centro di esposizioni in tutto il mondo (la più recente è in corso, nel castello di Tours, in Francia).
“Ho ottenuto il permesso di accedere alle sue cose, quintali di strani oggetti che le erano appartenuti: così ho potuto iniziare il mio lavoro investigativo - racconta Maloof - ma più cose scoprivo sul suo conto, più aumentavano le domande. Le sarebbe piaciuto quello che stavo facendo? Perché aveva nascosto al mondo le sue foto e la sua vita personale? Chi diavolo era questa donna che iniziava a sembrare una figura mitologica? La mia ossessione ci ha spinti a "collezionare" interviste e aneddoti provenienti da ogni parte del mondo”.
Il risultato è un ritratto appassionante, fatto di luci e ombre, verità e bugie: “Il nostro film - spiega Siskel - rivela un lato oscuro della Maier, più oscuro di quanto avrebbe voluto mostrare agli altri, e di quanto era finora noto. Questa, però, è solo un tratto della sua storia. Vivian Maier è stata una sorta di spia: ha catturato, spesso accompagnata dai bambini delle famiglie borghesi di cui si occupava, l’umanità così com’era, e ovunque si trovasse: tra le baracche come nei sobborghi residenziali. Era una outsider, e ciò le regalava una forma di empatia per gli emarginati che spesso ritraeva. Parlava di sé, scherzosamente, come di una donna misteriosa. Proteggeva la sua vita privata con accanimento e si professava indipendente dai valori borghesi delle famiglie con le quali viveva. È probabile però che, segretamente, abbia desiderato di vivere quegli stessi legami familiari ai quali assisteva da decenni: legami che durante la sua infanzia erano stati recisi”.
Biglietti: intero € 7,50 • € 6,00 ridotto (per soci Unicoop Firenze e correntisti Banca di Cambiano). Info www.quellidellacompagnia.it