Innovazione/ARTICOLO

Fabrizio Bernardi: a caccia degli asteroidi che cadranno sulla terra

Intervista all'Amministratore delegato dell'azienda 'SpaceDyS' del Polo Tecnologico di Navacchio

/ Costanza Baldini
Sab 8 Luglio, 2017
Fabrizio Bernardi

Fabrizio Bernardi è uno dei co-fondatori di SpaceDyS azienda nata come startup nel Polo Tecnologico di Navacchio che fornisce servizi e software per le Agenzie Spaziali e l’industria aerospaziale. Nata da un’iniziativa e dall’esperienza pluridecennale del Gruppo di Meccanica Celeste dell’Università di Pisa, SpaceDyS si propone come uno dei leader europei nel settore della determinazione orbitale di asteroidi, satelliti artificiali e detriti spaziali. Nel suo core business sono previsti anche lo sviluppo software per esperimenti di radio scienza, la progettazione e la gestione di centri dati per l’Agenzia Spaziale Europea e servizi di formazione nel settore della dinamica spaziale.

Come ha iniziato la sua carriera?
Mi sono laureato in astronomia a Padova e poi ho fatto il dottorato di ricerca sempre in astronomia a Roma. Dal 2003 al 2008 ho fatto il post dottorato in America lavorando con i telescopi più grandi del mondo alle Hawai per la ricerca di asteroidi. Nel 2008 sono rientrato in Italia e ho cominciato a lavorare nel Gruppo di Meccanica Celeste dell'Università di Pisa il cui leader è il professor Milani. Questo team dal '99 offre un servizio che si chiama NEODyS.  È una pagina web a cui chiunque può accedere, che si occupa del calcolo della probabilità di impatto degli asteroidi sulla terra. È un'eccellenza non solo italiana ma di livello mondiale perché sono solo due i gruppi nel mondo che svolgono questa ricerca: uno è questo a Pisa, l'altro è alla Nasa. In Toscana abbiamo un'eccellenza di nicchia che pochi in realtà conoscono. Nel 2008 all'Università di Pisa eravamo un gruppo abbastanza numeroso e abbiamo deciso di fare una startup perché in quegli anni l'Agenzia Spaziale Europea decise di finanziare un programma di 'Space Situational Awareness' cioè consapevolezza di ciò che c'è nello spazio. In particolare erano interessati ai pericoli che vengono dallo spazio che sono: gli asteroidi, i detriti spaziali cioè oggetti artificiali umani che possono essere pericolosi per i satelliti e poi c'è la parte delle attività solari che possono influire sulle comunicazioni terrestri. Hanno investito decine di milioni di euro in queste attività perché uno dei compiti delle agenzie spaziali è proprio quello di difendere la terra, le persone ma anche i beni. Noi abbiamo visto un'opportunità di fare business proprio perché partivamo da un'eccellenza unica in Europa.

In cosa consiste il lavoro della SpaceDyS?
Il nostro lavoro è fare il così detto monitoraggio degli impatti degli asteroidi che vengono scoperti, sono circa una decina al giorno solitamente. Per ogni asteroide calcoliamo la probabilità della caduta sulla terra nell'orizzonte di un centinaio di anni. Lo scopo è appunto prevenire l'impatto perché se lo scopriamo troppo tardi puoi anche chiamare Bruce Willis che si sacrifica per l'umanità ma c'è poco da fare. Abbiamo un livello di sensibilità molto basso, iniziamo a osservare l’asteroide quando la probabilità è una su un miliardo. Sono calcoli abbastanza complicati ma trattiamo la salvezza dell'umanità anche se sembra un po' pomposo. Quando ne scopriamo alcuni pericolosi li mettiamo in una pagina che si chiama 'Risk list', lista dei rischi. Attualmente sono circa 632, sono asteroidi che hanno una piccola probabilità di impattare da qui ai prossimi cento anni, alcuni anche oltre i cento anni. Lo scopo della lista è allertare la comunità di astronomi professionisti ma anche amatori, (sono tanti i contributi che vengono dagli appassionati), per poter controllare questi oggetti potenzialmente pericolosi per la terra. È importante continuare ad osservarli perché più dati ci sono, più noi riusciamo a migliorare la conoscenza dell'orbita e quindi escludere o confermare la probabilità di impatto. Per il 99,999 per cento dei casi la probabilità è alta all'inizio perché l'orbita è mal determinata e ci sono pochi dati, con nuove osservazioni la probabilità scompare.  Attualmente abbiamo anche tante attività nel campo dei detriti spaziali. È  un settore di business importante anche in vista delle prossime attività spaziali in cui ci saranno lanciati nello spazio centinaia di satelliti in pochi anni. Sapere se ci sono detriti che possono distruggere o meno un satellite che vale decine di milioni di euro è importante.



Ci sono stati casi recenti di asteroidi caduti sulla terra?
C'è stato il caso di un asteroide che era piccolino e si chiamava 2008 TC3, un oggettino di qualche metro di diametro che è caduto nel deserto del Sudan e non ha fatto nessun danno. Noi siamo riusciti a calcolare il luogo dell'impatto con una precisione di un centinaio di metri. Poi c'è stato un altro caso nel 2014 un po' più sfortunato perché c'erano poche osservazioni, è caduto sulla terra ma il luogo dell'impatto non è stato determinato. Ciò non toglie che un giorno non possa cadere un oggetto più grande capace di fare danni consistenti. La speranza è che gli asteroidi della Risk list diminuiscano.

Dobbiamo preoccuparci?
Al momento non ci sono oggetti pericolosi, l'oggetto con la probabilità più alta è 2010 RF12 che ha il 6 per cento delle probabilità di impatto nel 2095 ed è molto piccolo, diciamo 7-8 metri. C'è un oggetto più grande, un chilometro circa di diametro, che forse cadrà nel 2880, un caso molto raro ed estremo, se ne occuperanno le generazioni dopo di noi, tra 8 secoli.

Per informazioni:
http://www.spacedys.com/
http://newton.dm.unipi.it/neodys/