Made in Toscana/ARTICOLO

Export, segnali positivi. La Toscana supera la media nazionale

Incremento del 40% delle vendite destinate agli Stati Uniti. Alimentari, bevande e tabacco fanno da traino all'economia verso i mercati stranieri

/ Redazione
Gio 4 Febbraio, 2016
economia

Buone nuove per l'export toscano, secondo il rapporto curato dall'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana: nel terzo trimestre del 2015, dopo il rallentamento della prima metà dell’anno, gli affari con l'estero sono cresciuti del +4,2%, leggermente al di sopra del dato nazionale (+3,4%).

La dinamica dell’export è trainata dalle vendite destinate agli Stati Uniti che, con un incremento di quasi il 40%, raggiungono nel trimestre i 944 milioni di euro (il 12% del totale regionale). Si tratta inoltre di una crescita molto concentrata anche dal punto di vista settoriale, di fatto determinata da tre settori: alimentari, bevande e tabacco, con un incremento del 23,3%, (per un valore totale di 540 milioni di euro), navi e imbarcazioni (403 milioni di euro, +46,4% la crescita tendenziale), macchinari (quasi 1 miliardo e mezzo di export nel trimestre, +15,6% sull’anno precedente).

“Le performance all’estero delle imprese toscane – commenta Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana – restano molto positive, approfittando anche della congiuntura favorevole offerta dalla svalutazione dell’euro, che ha contribuito a sostenere la domanda proveniente soprattutto da un consolidato mercato di sbocco come quello nord-americano. Resta tuttavia di primaria importanza per i nostri distretti continuare a riposizionarsi verso aree di sbocco emergenti e proseguire nell’esplorazione di nuove destinazioni commerciali. In questo contesto saranno molto importanti le iniziative come quella recentemente adottata dal Governo, che vede l’apertura di un canale privilegiato con l’Iran la cui domanda, dopo 10 anni di embargo commerciale, potrà tornare ad essere una domanda a tutto tondo".

Nel settore alimentare importante crescita dell'export dell'olio (+45,4%), buone anche le performance di computer ed elettronica (+21,5%) e cartario (+11,0%). Più contenuti, ma comunque positivi, i risultati di chimica (+6,8%), gomma e plastica (+8,2%), macchinari per impieghi speciali (+5,9%) ed oreficeria (+5,4%).

Non altrettanto favorevoli sono invece le performance del sistema moda: rallenta la crescita delle esportazioni di abbigliamento, passando da +9,4% a +2,8%, e scivolano in territorio negativo le vendite all’estero di tessile (-0,1%), concia-pelletteria (-2,2%) e calzature (-0,7%).

Il comparto dei mezzi di trasporto presenta luci e ombre, con l’export di navi e imbarcazioni che, dopo la frenata del trimestre precedente, torna crescere con un’impennata delle vendite del +46,4%, concentrata per lo più nell’America centro-meridionale, locomotive (+41,4%) e aeromobili e veicoli spaziali (+21,3%) anch’essi in decisa crescita, al contrario di autoveicoli (-0,4%) e altri mezzi di trasporto (-1,3%) in contrazione.

La crescita delle esportazioni dirette all’interno dell’Unione Europea è nel complesso modesta (+0,7%). Aumentano le vendite nei principali mercati di sbocco, in particolare in Francia (+7,7%) e in misura minore in Germania (+3,1%) e Regno Unito (+3,9%), e nei Paesi dell’Est: Polonia (+11,3%), Repubblica Ceca (+13,8%) e Romania (+9,1%). La contrazione delle vendite nei Paesi Bassi (-20,0%) è invece imputabile principalmente all’effetto base di un’importante commessa di macchinari contabilizzata nel 2014 e non presente nel trimestre di analisi.

Si rafforza invece la crescita delle vendite nell’America settentrionale (+41,0%), con un incremento della domanda statunitense del 39,8%, e resta positiva la dinamica dell’America centro-meridionale (+9,4%), nonostante persistano le difficoltà del mercato brasiliano (-14,1%). Bene anche il Medio Oriente (+26,4%), con impennate delle vendite in Arabia Saudita (+80,9%) ed Emirati Arabi (+49,6%), e gli altri paesi asiatici (+16,4%), tra i quali rallenta l’India (+7,4%), ma accelerano Cina (+24,9%) e Corea del Sud (+88,4%).

Prosegue infine la crisi dei mercati africani (-28,8%) e crolla l’export in Oceania, per il venir meno di importanti commesse di una grande realtà della meccanica.