Essere madre è difficile. Sempre. Ma la bellezza della maternità è fatta così, non prevede scorciatoie. È un'esperienza assoluta e irreversibile che può minare l'esistenza e l'equilibrio quando iniziano a sorgere problemi più grandi e inaspettati. Un'instabilità che potrebbe sconvolgere, soprattutto quando si è una madre di due ragazzi adottati che all'improvviso si trova a dover affrontare anche la separazione. Madre single adottiva. Eppure lei è riuscita a riemergere. Nonostante tutto, nonostante tutti.
È così che è andata per Daniela Ferraro. Fiorentina, impiegata amministrativa in una multinazionale, racconterà ostacoli, ascesa e rinascita alle Fuckup Nights di Firenze (giovedì 4 ottobre a Impact Hub, Via Panciatichi 16, a partire dalle 19.30).
Tutto è cominciato con la consapevolezza che non avrebbe potuto avere figli. Inizia così il percorso della prima adozione, che però non va per il verso giusto. L'iter è lungo, complesso e frastagliato d'impedimenti. «La sofferenza è stata tanta. Arrivati al dunque, scoprimmo che il bambino aveva dei problemi. Ci trovammo di fronte a una realtà cui non avevamo pensato, almeno fino a quel momento» ci confessa Daniela. Fu perfino difficile stabilire la diagnosi, anche se qualcuno iniziò a parlare d'autismo. Seguono attenzioni, dolcezze, gesti affettuosi.
Il piccolo, al tempo, aveva solo tre anni. «Emotivamente eravamo sconvolti, ma ci abbiamo messo tutto il nostro impegno» dice Daniela. E così la famiglia ha accompagnato la crescita del figlio, scegliendo anche percorsi alternativi alla medicina classica. Dopo un po' di tempo la situazione è migliorata e la loro vita ha ricominciato a scorrere in quella che, con una buona dose di precauzione, potremmo definire una normale quotidianità. «Però non sentivo appieno la mia maternità» ci racconta Daniela. E così nasce l'idea della seconda adozione. «Stavolta tutto fila liscio. Siamo arrivati ad accogliere nostro figlio con gioia. Aveva otto anni, era uno splendido bambino del Congo. Mi sono innamorata di lui a prima vista». Ma otto anni di esperienze pregresse (e di abbandoni) sono tanti. Forse troppi. E si fanno sentire tutti.
A quel punto l'equilibrio si spezza, il rapporto col marito s'incrina e la conseguenza più diretta e decifrabile è quella della separazione. In quel momento Daniela si trova a vivere la sua difficile genitorialità da sola. Anzi, da single. «È accaduto ciò che probabilmente doveva accadere» spiega oggi Daniela con voce pacata e brillante. «Sono arrivata a consapevolizzare che niente accade per caso. Forse, fino a quel momento, non mi ero mai ascoltata davvero. I fatti della vita mi hanno dato l'opportunità di essere me stessa. Ho iniziato ad affrontare le situazioni un po' per volta, un giorno dopo l'altro.
Ora i suoi bambini sono diventati ragazzi e hanno 16 e 17 anni. Daniela si definisce finalmente «serena» e ha capitalizzato la sua fame di risposte. Ha letto libri, incontrato persone, partecipato a corsi. E ha colto le opportunità che le si sono presentate. Molte di queste se l'è cercate, com'era giusto che fosse. «La svolta? Non è stata netta, ma graduale. Ho dovuto combattere molto con la sofferenza della solitudine. Su questo ho dovuto lavorare tanto».
Daniela si è ripresa in mano la vita. La sua e quella dei suoi figli. Ma l'esperienza è stata segnante. Tant'è che ha deciso di condividerla, pensando che il suo percorso potesse anche essere d'aiuto ad altri. Ha scritto un libro che nel titolo racchiude tutti i significati: "Emozioni di una mamma. Storia vera di una mamma tra adozione, disabilità, separazione e rinascita" (Bruno Editore). «Scrivere un libro non era certo il mio primo obiettivo, fino a quel momento non ci avevo mai pensato», spiega Daniela. «Non avevo quel 'sogno'. E non ce l’ho nemmeno ora. Però ho messo me stessa lì dentro, l'ho scritto con il cuore. Mi piaceva l'idea di lasciare una parte di me. Per i miei figli, poter essere d’ispirazione a qualcun altro».
Informazioni e iscrizioni:
www.f6s.com/fuckupnightsfirenzevol12