Cultura/ARTICOLO

Eike Schmidt: "Il Corridoio Vasariano non sarà un'autostrada"

Il Direttore della Galleria degli Uffizi risponde alle polemiche dei giorni scorsi e conferma lo spostamento della collezione degli autoritratti

/ Costanza Baldini
Lun 7 Marzo, 2016

La recente proposta del nuovo direttore degli Uffizi di spostare la collezione di autoritratti collocata nel Corridoio Vasariano per ricollocarla nelle sale della galleria, in modo tale da rendere l'accesso al Corridoio più semplice e ad un prezzo per tutte le tasche aveva destato non poche perplessità. Ecco dunque la puntuale risposta di Eike Schmidt che conferma la sua proposta basandola su tre punti fondamentali e inoppugnabili:
1-La collezione degli autoritratti è stata collocata nel Vasariano solo nel 1973 da Luciano Berti, quindi la loro sede storica è la Galleria degli Uffizi
2-Il Corridoio Vasariano presenta condizioni climatiche sfavorevoli che possono danneggiare le opere
3-Con la nuova organizzazione il corridoio sarà accessibile a tutti eliminando la necessità di una prenotazione e quindi i tempi d'attesa ed abbassando il prezzo del bligletto.

Questa la lettera completa inviata alla stampa: "Vorrei rispondere ad alcune obiezioni che sono state sollevate, sia in rete sia sui giornali, riguardo al progetto di aprire il Corridoio Vasariano a un più vasto pubblico, e al conseguente riassetto delle collezioni. Capisco che tutto quello che riguarda gli Uffizi e, più in generale, la città di Firenze, stia al cuore di molti, di tutti quelli che amano la cultura. Questo mi fa sentire onorato di occupare un posto così centrale ma anche comprendo la responsabilità di cui sono investito, e per questo desidero un colloquio franco ed aperto con coloro che mi si presentano come interlocutori, ma anche e soprattutto con tutti i cittadini e con tutto il pubblico che visita o si accinge a visitare le Gallerie degli Uffizi in futuro".

Il Direttore entra poi nel vivo delle problematiche logistiche del Corridoio: "A causa di contratti stipulati in passato, e sui quali non posso intervenire a causa di obblighi legali, finora il Corridoio Vasariano è stato accessibile prevalentemente tramite tour operators e compagnie di viaggio, a prezzi che vanno dai 45 euro in su a persona. Inoltre i tempi d’attesa sono molto lunghi, talvolta di alcune settimane; e il pubblico che telefona per le prenotazione negli spazi di tempo annualmente lasciati liberi per accessi diretti spesso trova tutto già occupato. Il mio intento è quello di eliminare i privilegi e offrire la possibilità (si badi bene, non l’obbligo) di passare attraverso il Corridoio Vasariano arrivando infine a Palazzo Pitti, con un biglietto separato da quello degli Uffizi e adeguato ai normali prezzi di accesso ai musei. Quanto al problema di ombrelli e zaini da riprendere al guardaroba, mi pare che un avvertimento prima dell’acquisto del biglietto possa essere sufficiente a permettere una scelta a chi desideri vivere un’esperienza tanto speciale. Affrontare i rischi di esporsi alle intemperie per ritornare agli Uffizi a riprendersi le proprie cose, oppure rinunciare? In quel caso sarà l’interesse delle persone a determinare la scelta. A coloro che sono preoccupati del traffico delle persone o del calpestio sul pavimento,  - prosegue Schmidt- che è identico a quello delle Gallerie, rispondo che possono tranquillizzarsi: nel lasso di tempo necessario a percorrere il Corridoio, lungo circa un chilometro, l’impatto dovuto al peso delle persone non sarà mai concentrato in un solo punto come invece accade, per esempio, nella Sala di Botticelli della Galleria degli Uffizi, dove i gruppi si affollano e stazionano a lungo".

La storicità della collocazione della collezione di autoritratti viene di fatto "smontata" dal Direttore che precisa: "Quanto al timore di spostare dalla sua collocazione una collezione specifica come quella degli autoritratti, vorrei sottolineare che si tratta di una scelta moderna. La collezione iniziata dal cardinal Leopoldo dei Medici fu storicamente esposta all’interno degli Uffizi, nella famosa ‘Sala dei pittori’ (oggi sala numero 35, dedicata a Michelangelo); dopo lo smantellamento ottocentesco, solo nel 1973 Luciano Berti la allestì nel Corridoio Vasariano. Quella attuale, dunque, non è una sede storica. Gli Uffizi invece sì."

Non solo, ci sono anche problemi legati alle condizioni climatiche del Corridoio Vasariano: "Inoltre, nei tre quarti d’ora oggi dedicati al percorso guidato, la visita avviene pressoché di corsa e non c’è la possibilità di soffermarsi, se non soltanto su alcuni capolavori. Ebbene, quelle stesse opere - sia i capolavori, sia altri autoritratti meno noti - si potranno in futuro ammirare con calma nelle sale delle Gallerie degli Uffizi che selezioneremo in seguito a una revisione dei percorsi. Dirò di più: le condizioni climatiche del Corridoio Vasariano sono tutt’altro che ideali per ospitare dei dipinti su tela e su tavola. L’ambiente, totalmente esposto su tutti i lati e dotato di una copertura in incannucciato, è freddissimo d’inverno e molto caldo d’estate per via dell’esposizione ai venti e poi dell’irraggiamento solare. Per giunta, l’ipotesi di costruire un sistema di climatizzazione attiva ad aria forzata per creare le condizioni adeguate ad esporre quel tipo di opere è impraticabile perché inciderebbe in maniera aggressiva sull’architettura storica".

In conclusione nel Vasariano "saranno esposte altre classi di materiali, che per loro natura non sono così delicate dal punto di vista climatico. Tra quelli vanno soprattutto menzionati gli affreschi staccati dall’esterno del Corridoio Vasariano stesso, che da decenni giacciono nei depositi. Opere dunque, che hanno una precisa connessione storica con l’ambiente in cui verranno esposte. Inoltre verranno rivisti anche alcuni degli arredi: per esempio si sostituiranno le attuali plafoniere anni ’70 per ottenere un’illuminazione migliore, ma anche esteticamente più gradevole e adatta all’ambiente. Insomma, alla fine della profonda modifica, il Corridoio Vasariano a tutto somiglierà tranne che a un’autostrada. Ma soprattutto da percorso del principe diventerà un percorso privilegiato sì, con una irripetibile vista sulla città, sulle colline e sul fiume, ma finalmente e veramente verrà aperto al pubblico, secondo lo spirito dell’eredità di Anna Maria Luisa dei Medici che lasciò alla città: “quello che è per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri".