Economia toscana tra gioie e dolori. Questa la fotografia che salta fuori dall'Irpet, l'Istituto di programmazione economica della Regione.
LE GIOIE - L’export all’estero è cresciuto dal 2008 al 2012 del 12,2%: è cresciuto di più all’inizio (+20.3% dal 2009 al 2011) e di meno dopo (+3% dal 2011 al 2013). E’ cresciuto dopo lo scossone subito nel 2007 e nei due anni successivi, quando la crisi finanziaria è dilagata sui mercati stranieri. Ed è cresciuto, in Toscana, più che in altre regioni.
I DOLORI - Il resto sono tutti segni negativi: – 2,8% sul Pil (ma cala meno che altrove), -8,4% dell’import estero, -5,1% della spesa della famiglie, -2,3% della spesa della pubblica amministrazione, – 11,7% sugli investimenti. Lo sono negli ultimi due anni, dal 2011 al 2013, ma lo erano anche nel biennio 2007-2009, quando Pil, import e investimenti erano diminuiti in maniera ancora più consistente, la spesa per le famiglie aveva iniziato a contrarsi (-2%) e l’unico segno positivo era quello di una spesa pubblica in crescita, lieve, del 2,1%. Quanto all’export, l’unico segno negativo all’interno riguarda mobili (-14%), prodotti tessili (-6%) e nautica (-31%), ovvero settori vecchi e settori nuovi.
IL MANUFATTURIERO SOFFRE, MA C'E' CHI HA SUCCESSO - A patire la crisi sono stati soprattutto il manifatturiero e le costruzioni, ma non mancano le eccezioni. Un terzo della imprese di capitale manifatturiere hanno infatti realizzato aumenti di fatturato, a volte anche particolarmente alti.
LA TOSCANA CHE ATTRAE INVESTIMENTI - Gli investimenti calano (-21% nel biennio 2007-2009, -11,7% dal 2011), ma quelli stranieri e delle multinazionali sembrano andare in controtendenza: grazie anche alle Università, apprezzate da chi investe.
RECESSIONE, LIEVE RIPRESA E POI ANCORA RECESSIONE - La crisi finanziaria mondiale ha fatto sentire i suoi effetti anche in Toscana a partire dal 2008, attraverso la forte caduta delle esportazioni, che in due anni si sono contratti in termini reali di oltre un quarto. Il clima di sfiducia ha portato a sua volta ad un crollo degli investimenti, le famiglie hanno perso reddito e sono diminuiti i consumi. Tra il 2010 e il 2011 le esportazioni sono tornate a crescere e c’è stata una ripresa lieve. Ma nel 2012 è arrivata l’austerity, la spesa pubblica è calata, la pressione fiscale è aumentata, sono crollati gli investimenti a causa anche delle difficoltà delle imprese ad accedere al credito e il sistema è tornato in recessione.
I NUMERI DEL MERCATO DEL LAVORO - Il resto sono numeri in gran parte già noti: disoccupazione al 7,8% nel 2012 (in Italia il 10,7%) ed occupazione, dal 2008 al 2013, in calo soprattutto per i giovani tra 15 e 34 anni e in lieve crescita oltre i 35, in calo per chi ha un titolo di studio basso e in crescita per gli stranieri, con un -1,1% complessivo dal 2008 al 2012.
Made in Toscana/ARTICOLO
Economia toscana, gioie e dolori Tra ripresa e recessione
L'Irpet, l'istituto di programmazione economia toscana, ha fatto il punto su manufatturiero, investimenti e mercato del lavoro

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