A quasi due anni della sconvolgente decisione della procura di Stoccarda di proporre l’archiviazione per la strage nazista del 12 agosto del ’44, la Germania ci ripensa e riapre le indagini.
La corte federale di Karlsruhe, infatti, ha annullato la decisione contro la riapertura delle inchieste risalente a maggio dell’anno scorso. Gli atti sono stati trasmessi alla procura di Amburgo. Secondo la tesi dei pm tedeschi, non ci sarebbe stato nessun rilievo oggettivo in grado di indicare precisamente i colpevoli della brutale carneficina che costò la vita a 560 tra uomini, donne e bambini che abitavano nel paese sulle montagne lucchesi.
Nel 2012 la procura di Stoccarda ha sostenuto che per l’assenza di prove documentali è impossibile stabilire con certezza che “si trattò di un’azione di sterminio contro la popolazione civile programmata e ordinata sin dall’inizio”. Ora, a distanza di quasi due anni dallo sdegno provocato dall’archiviazione dell’indagine, i sopravvissuti di Stazzema tornano a sperare di ottenere giustizia.
In Italia sono stati processati e condannati all’ergastolo ben dieci ex militari tedeschi. Le sentenze sono state confermate dalla Cassazione, ma mai eseguite. La procura generale di Stoccarda, due anni fa, decise di non procedere nei confronti dei superstiti, tutti ultranovantenni e nel frattempo scesi a cinque. Ora sono tre quelli ancora in vita, ma la decisione odierna della corte federale di Karlsruhe apre la possibilità di una incriminazione solo per l’ex SS Gherard Sommer – condannato in Italia all’ergastolo - poiché gli altri due sono stati ritenuti incapaci di stare in giudizio.
Il presidente dell’associazione delle vittime, Enrico Pieri, ha lanciato un appello: “E’ una buona notizia, ma ora bisogna far presto. Siamo tutti troppo vecchi”. Pieri è un superstite della strage, nella quale vennero uccisi i suoi genitori e le sue due sorelle.
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Eccidio di Sant’Anna di Stazzema La Germania riapre le indagini
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